Copertina del libro
Copertina del libro "Avremo sempre Parigi" di Serena Dandini

PARIGI: GUIDA ALTERNATIVA ALLA VILLE LUMIÈRE

Serena Dandini, la famosa conduttrice televisiva, prende in prestito le parole di Humphrey Bogart in Casablanca “Avremo sempre Parigi” per il titolo della sua personale dichiarazione d’amore a Parigi: guida per “passeggiate sentimentali in disordine alfabetico”.

L’autrice ha visitato numerosissime volte Parigi fin da quando ne rimase inaspettatamente fulminata da ragazzina. Non l’avrebbe mai detto, per la Francia provava quasi una repulsione a causa anche della sua antipatica professoressa di francese del liceo, mentre amava Londra e i Rolling Stones, non quei tristi cantanti esistenzialisti francesi con il lupetto nero.

Ma una volta arrivata nella Ville Lumière per la prima volta si dovette ricredere immediatamente: fu “un colpo di fulmine, una passione mai finita”.

Ho acquistato “Avremo sempre Parigi” sull’onda dell’entusiasmo dopo aver ascoltato le parole dell’autrice in occasione della sua presentazione durante un festival a Firenze.

Di lì a pochi mesi avrei visitato Parigi per la prima volta e avevo proprio bisogno di qualcosa che me la facesse sognare, immaginare e conoscere più profondamente prima di metterci piede.

Questo libro si è rivelato l’ispirazione giusta per prepararmi a viaggiare a Parigi per la prima volta.

Sarò io un po’ troppo romantica e sensibile, non lo so, ma questo libro su Parigi mi ha fatto sognare ad occhi aperti, ha toccato le corde giuste e ad ogni capitolo mi sono immedesimata totalmente fino a sognare di vivere in una mansarda con vista sui tetti della città insieme ad una combriccola di amici pittori e poeti.

“Parigi è una chiocciola. Non certo per la lentezza ma per la geografia dei suoi Arrondissement, sezioni cittadine numerate da uno a venti, che seguono il disegno a spirale della conchiglia di un escargot”

Parigi: guida per una passeggiata letteraria

Ma come si sviluppa esattamente questo libro su Parigi?

A differenza degli altri libri ambientati a Parigi che ho letto, questa guida “sui generis” propone un argomento in base ad ogni lettera dell’alfabeto .

Non si tratta di un romanzo ed ogni capitolo può essere letto a parte quando si è alla ricerca dell’ispirazione giusta per prepararsi a viaggiare a Parigi attraverso itinerari alternativi.

Si va dalla A di “arrondissement” fino alla Z di “zinc”, passando dalla I di “impressionisti” alla S di “Serge Gainsbourg”, dalla D di “dandy” alla O di “Otero”.

Passeggiamo per la città sulla scia dei flâneur ottocenteschi , i camminatori professionisti, che si lasciavano trasportare in giro per Parigi dall’ispirazione del momento, senza meta, alla ricerca sempre di qualcosa di nuovo degno di stupore e della joie de vivre.

Ogni capitolo di questo libro su Parigi è pieno di suggestioni, citazioni, luoghi segreti tutti da scoprire, personaggi che vagano ancora come fantasmi, palazzi e case anonime dalle storie più affascinanti, giardini, bistrot, gallerie, librerie.

Oltre ai luoghi nuovi, attraverso questa guida Parigi si svelerà a voi anche grazie ai numerosi personaggi dei quali Serena Dandini ci parla approfonditamente.

Mai come in altri libri ambientati a Parigi ho imparato nuovi termini e scoperto uomini e donne che hanno scritto la storia di questa città e della sua cultura.

Per esempio, avete mai sentito parlare delle grandes horizontales? Come facilmente il nome lascia intuire si tratta di donne, spesso dalle umili origini, che in città cercano la loro rivincita in uno stile di vita più che controverso per l’epoca (parliamo dell’800 e inizio ‘900) grazie al quale diventavano donne molto ambite e che solamente i più potenti e ricchi si potevano permettere.

Parlare di “mantenute” è un po’ troppo semplicistico, ma il concetto si avvicina.

Grazie alla loro vita agiata, agli uomini che utilizzavano a loro piacimento per quanto tempo ritenessero necessario senza sottomettersi per forza al matrimonio, creavano nuove mode, facevano scalpore ed erano conosciute in tutta la città.

A loro modo anche le “grandi orizzontali” hanno contribuito all’emancipazione femminile.

Viaggiare a parigi grazie ad un libro

Un altro aspetto che ho amato conoscere attraverso questa guida su Parigi sono le sue numerose librerie. Amo sempre andare a caccia delle più belle e storiche quando faccio un viaggio in una nuova città e questo libro su Parigi è proprio cascato a pennello con il suo capitolo dedicato appunto a questa categoria di negozi.

In particolare, fra tutte le librerie grandi e piccole citate, ce n’è una che mi ha colpito e che ho inserito nel mio itinerario per viaggiare a Parigi la prima volta: si tratta della Shakespeare and Company.

Ad inizio anni ’20 questa libreria diventa presto un luogo di scambi culturali e punto di riferimento per i grandi scrittori francesi o che semplicemente vivono in città alla ricerca d’ispirazione.

Da Sylvia, la famosa proprietaria americana, passano i più grandi scrittori anglo-americani che utilizzano la libreria quasi come una seconda casa: Hemingway utilizza questo indirizzo come fermo posta a Parigi.

Addirittura al primo piano Sylvia mette a disposizione degli squattrinati scrittori un piccolo appartamento per le emergenze. Ed è a lei, e alle sue finanze, che è dovuta la pubblicazione della prima versione dell’Ulisse di James Joyce.

Dopo il periodo buio vissuto durante la seconda guerra mondiale, la libreria risorge nei primi anni ’50 per diventare nuovamente rifugio di grandi scrittori.

Questa libreria a due passi da Notre Dame è diventata una tappa fissa per molti turisti. Proprio per questo forse ha perso un po’ del suo fascino originale, è molto affollata, ma conserva i suoi spazi intimi e caratteristici che la rendono ben differente dalle moderne e grandi catene internazionali.

Perché scegliere questa guida: Parigi è fatta per lasciarsi trascinare dalle suggestioni e attraverso questo libro su Parigi avrete l’imbarazzo della scelta.

Con questa lettura ho capito che potrei trascorrere un mese nella capitale francese e avere sempre qualcosa di affascinante da scoprire.

Camminare lungo i quai e distendersi sulle spiagge create d’estate lungo la Senna, entrare e curiosare nei negozietti più strani, visitare i musei meno conosciuti ma altrettanto belli (come il Museo Marmottan Monet), pranzare all’aperto nel ristorante preferito di Simone de Beauvoir e Jean Paul Sartre, ripercorrere i passi di Amélie e il suo favoloso mondo, attraversare i passage come moderne cave.

Semplicemente viaggiare a Parigi lasciandosi andare all’incoscienza.

Recensione di: Sara Ciolini.

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