Copertina del libro
Copertina del libro "Ebano" di Ryszard Kapuscinski

Un libro, un diario di viaggio di un giornalista polacco che vi guiderà in un incantevole e originale itinerario, per vedere l’Africa con occhi diversi

Ebano. Un legno scuro, resistente, compatto. Scuro come l’Africa Nera. Resistente come i neri che la abitano e che l’hanno abitata nei secoli passati. Le riflessioni di Ryszard Kapuscinski, scrittore e giornalista polacco, partono proprio da qui, da questa terra, dai suoi abitanti e dalla loro capacità naturale di adattamento alle condizioni più avverse. Edita nel 1998 da Feltrinelli, l’opera raccoglie una delle più emozionanti esperienze di un corrispondente sul suolo africano. In questo libro infatti, che vuole essere un diario non tanto logico-cronologico, ma piuttosto basato su sentimenti, sensazioni, incontri, persone, eventi importanti o apparentemente insignificanti, l’autore raccoglie le esperienze del suo viaggio nelle varie regioni dell’Africa, tra gli anni ’50 e gli anni ‘90.

“Questo non è un libro sull’Africa, ma su alcune persone che vi abitano, sui miei incontri con loro, sul tempo trascorso insieme. È un continente troppo grande per poterlo descrivere. È un vero e proprio oceano, un pianeta a parte, un cosmo eterogeneo e ricchissimo. È solo per semplificare, per pura comodità, che lo chiamiamo Africa. In realtà, a parte la sua denominazione geografica, l’Africa non esiste.”

Ebano – Ryszard Kapuscinski: la storia

L’avventura di Kapuscinski, raccontata tramite un insieme di saggi narrati in presa diretta, parte dalla sua prima tappa, in Ghana, alla fine degli anni ’50. Da qui hanno inizio una serie di spostamenti attraverso vari stati – Uganda, Somalia, Tanganica, Zanzibar, Nigeria, Etiopia, Ruanda e altri – che stavano vivendo in quel periodo il fenomeno della decolonizzazione. Dopo la liberazione dai paesi sfruttatori, però, gli stati africani si trovano a dover far fronte a una serie di altri problemi economici e politici: molti infatti furono costretti a mantenere legami commerciali con i coloni, in altri avvennero colpi di stato da parte di dittatori provenienti dal mondo militare, altri ancora divennero terreno di violenti scontri armati tra connazionali. A tutto questo si uniscono le condizioni climatiche difficilmente sopportabili, soprattutto per chi non è abituato a conviverci, la mancanza di strade e di reti di trasporto, la scarsissima alfabetizzazione, le incomprensioni tra clan, il persistente senso di precarietà e insicurezza e le problematiche legate all’insufficienza di cibo e acqua. Come corrispondente, l’autore cerca di seguire le diatribe, le rivolte, le lotte tra comunità e tribù e le realtà più drammatiche da quanto più vicino gli è possibile, immergendosi totalmente nel panorama sociale e culturale. L’uomo, così facendo, vive esperienze veramente totalizzanti, che aiutano a comprendere i perché di un paese così unico. Fin dalle prime pagine, sarete rapiti e catapultati in una realtà completamente nuova, incantevole e diversa da quella che siamo abituati a conoscere.

Almeno, così è stato per me, che dall’inizio alla fine del libro, sono rimasta sorpresa di quanto sia scarsa la conoscenza che ho (e forse abbiamo) dell’enorme e varietà di paesaggi, lingue, costumi, popolazioni, economie e quant’altro che coesistono da millenni in Africa. Questa realtà viene narrata e vissuta in prima persona dall’autore, attraverso curiosità, aneddoti e avventure uniche e che sono chi ha viaggiato nel Continente Nero, forse, potrà capire fino in fondo.

Ad esempio, vi è mei capitato di perdervi in mezzo al deserto? E avete mai provato a dare una caramella ad un gruppo di bambini africani per vedere che cosa succede? E di sentirvi diversi, osservati, guardati con sospetto? Queste, come molte altre, sono le esperienze che affronta Kapuscinski durante il suo soggiorno in Africa. E sono esperienze che fanno sicuramente riflettere sul lavoro del giornalista corrispondente, che per produrre notizie accurate si sposta da un luogo all’altro, affrontando i pericoli e le insidie che trova lungo il suo percorso, viaggiando spesso per giorni interi, oppure su mezzi pubblici poco affidabili.

Ebano – Ryszard Kapuscinski: la “cultura africana” non esiste

Un altro tra gli aspetti più interessanti che vengono approfonditi, e che l’autore infatti precisa già dalle prime pagine del libro, è che non si può parlare di “cultura africana” o di “popolo africano”, perché si tratta in realtà di una terra vastissima, abitata da popoli con un passato differente e che pertanto spesso non riconoscono l’unità territoriale o sociale, ma vivono unicamente come membri del loro clan, che guida le dinamiche di tutta la vita dell’individuo. Come si può, per esempio, semplificare il termine “africani”, quando questo riunisce il nomade somalo, che si sposta nel deserto con i suoi cammelli alla ricerca di acqua, e un mercante di Kumasi, che invece passa le sue giornate a vendere la sua merce lungo la strada? All’interno del clan, inoltre, i membri sviluppano un particolare senso di unione, di condivisione, di impossibilità di vivere in assenza di una comunità.

Di conseguenza, viaggiando da una città all’altra, da un villaggio ad un altro, l’autore entra in contatto e ci spiega le dinamiche uniche e caratterizzanti di ogni piccola o grande società che incontra. Il focus del libro è dunque posto sulle persone che il protagonista incontra nel suo percorso, che sono spesso persone comuni, altre volte sono persone stremate dalla povertà, dalla fame, dalla malaria, e altre volte ancora sono personaggi noti della storia del continente. E saranno proprio e persone incrociate da Kapuscinski ad aprirci gli occhi su questo mondo, ancora così sconosciuto e misterioso.

Ebano – Ryszard Kapuscinski: perché leggerlo

La particolarità che rende questo diario di viaggio un capolavoro unico è sicuramente quella di presentarsi come un insieme di micro-trame che raccontano di molteplici aspetti di usi, costumi, credenze e accadimenti che segnarono il continente africano in quell’arco di tempo – spesso ignorati, allora come ora, dai media e dall’informazione degli altri paesi – e che in un certo senso possono aiutarci a capire alcune situazioni nazionali e internazionali ancora oggi in corso. Quest’insieme di saggi, spezzettati tra i vari paesi e negli anni, e che, forse per la prima volta, parlano dell’Africa, vi sapranno offrire un panorama insieme storico, politico, sociale e numerosi spunti di riflessione.

Quello che rimane quando si finisce di leggere questo libro, quello che Ryszard Kapuscinski riesce a trasmetterci, è la vera essenza dell’Africa, con le sue infinite sfaccettature. Tutto questo viene veicolato da una scrittura piacevole, profondamente rispettosa e tollerante verso tutto ciò che è “diverso”, in un libro nel quale ogni pagina si rivelerà una scoperta, svelerà dettagli e curiosità sulle mille sfumature caleidoscopiche degli uomini con la pelle colore dell’ebano.

Recensione di: Elena Calvetti.

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