Aurora Boreale in Alaska
L'incredibile bellezza dell'Aurora Boreale in Alaska.

Ti ricordi il film con protagonisti Josh Hartnett e Melissa George? Quell’horror ai limiti dello splatter in cui un gruppo di vampiri approfitta della notte polare per cibarsi spietatamente dei pochi abitanti rimasti nella cittadina a nord dell’Alaska? Ecco, seppur “30 giorni di buio” non brilli per originalità, la pellicola conserva un certo fascino: sarà il contrasto cromatico rosso – sangue/ bianco – neve che emoziona gli amanti del genere, l’ambientazione ai limiti del mondo o, molto più probabilmente, il fatto che Barrow, la cittadina in cui è ambientato il film, esista davvero!

Oggi la città è conosciuta con il nome di Utqiagvik ed è l’insediamento più a nord di tutti gli Stati Uniti. Qui vivono circa 4.000 persone che ogni anno, da Novembre a Gennaio, non vedono più il sole!

La notte polare di Utqiagvik

Utqiagvik è una delle pochissime cittadine al mondo a nord del 70° parallelo dove vivono più di 2.000 persone. I suoi abitanti sono costretti a sopportare temperature incredibilmente basse che durante l’inverno variano da -25 °C a -45 °C.

Il clima, però, non è l’unico “inconveniente” del vivere nell’ex cittadina di Barrow. Dal 18 – 19 novembre di ogni anno, infatti, ci si mette anche la “notte polare”. L’inclinazione dell’asse terrestre fa sì che, in questo periodo dell’anno, il sole rimanga sempre al di sotto dell’orizzonte, impedendogli, di fatto, di sorgere.

Seppur il fenomeno può apparire affascinante, vivere al buio per così tanto tempo non dev’essere semplice. La mancanza di luce può causare depressione o sintomi da SAD (disturbo affettivo stagionale).

Da metà Maggio a inizio Agosto, invece, succede il contrario e i cittadini di Utqiagvik non vedono tramontare il sole per circa due mesi. Come si dice… o tutto, o niente!

2 libri per viaggiare in Alaska

L’Alaska è un territorio affascinante. Un luogo incontaminato dove la Natura è ancora padrona.

In molti sono stati attratti da questa terra lontana, spesso inaccessibile, dove il paesaggio selvaggio stimola l’uomo a mettere alla prova le sue capacità e le sue forze. L’Alaska è meta di viaggiatori spinti dalla voglia irrefrenabile di esplorazione, di scoperta e di sfida.

In molti hanno raccontato le proprie imprese in un libro, ma io voglio consigliarti due volumi in particolare. Il primo è un classico, un must per chi ama la letteratura di viaggio, per chi sogna una vita diversa e per chi è affascinato dall’Alaska: si tratta di Nelle terre estreme di Jon Krakauer.

In molti conoscono il celebre film Into The Wild, ma il racconto della vita di Christopher McCandless fu inizialmente riportato proprio in questo libro di Jon Krakauer. Il giornalista, dopo anni di ricerche e studi, ripercorre la giovinezza di Chris, le scelte che lo hanno accompagnato nel suo percorso di vita fino alla decisione di recarsi in Alaska, da solo, per ritrovare sé stesso e la propria natura. Il libro di Krakauer non è solamente un’inchiesta giornalistica, ma un trattato che volge lo sguardo alla sociologia, all’antropologia e alla filosofia. Nelle terre estreme è un libro in cui si riflette sulla necessità di ritrovare la propria identità al di fuori delle imposizioni dettate della società. Un libro in cui la Natura è grandiosa protagonista: nella gioia e nel dolore.

Il secondo libro è un piccolo volume più semplice, una sorta di diario personale, in cui il travel blogger italiano Mente Nomade racconta sé stesso e la sua passione per i viaggi. Sono una Mente Nomade di Edoardo Massimo del Mastro è un racconto autobiografico in cui l’Alaska è presente come viaggio capace di cambiare la vita. Edoardo, infatti, sceglie di seguire le tracce di Christopher McCandless per raggiungere il celebre Magic Bus, il luogo in cui il giovane Chris trascorse le sue ultime settimane di vita. La scelta del blogger sarà dettata dalla necessità di guardarsi dentro e di ritrovare la propria strada. Una decisione simile a quella che motivava Chris alcuni anni prima.

Buona lettura!

Articolo di Selene Scinicariello.

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