Esempio di abbigliamento invernale per ciclismo sbagliato
Un perfetto esempio di abbigliamento invernale per il ciclismo completamente sbagliato. Come lo so? Perché quello in foto sono io e ricordo bene tutti i problemi derivanti dal troppo freddo ma anche dal troppo caldo.

Perché l’abbigliamento da bici da corsa (BDC) è così diverso dall’abbigliamento da Mountain Bike (MTB)? Quando ci si avvicina per le prime volte al cicloturismo è normale porsi queste domande. A differenza dell’estate dove si riesce a pedalare più o meno con qualunque indumento, l’inverno è in assoluto il periodo meno permissivo in termini di errori  ed è fondamentale conoscere bene le caratteristiche dell’ abbigliamento invernale da ciclismo, così da evitare che un piacevole viaggio possa trasformarsi in una disastrosa esperienza. Ho deciso quindi di scrivere la guida che io stesso avrei voluto leggere quando per la prima volta mi sono trovato spaesato tra le tante possibilità e tipologie di abbigliamento disponibili nei negozi di ciclismo.

Meglio un abbigliamento invernale da ciclismo su strada o da Mountain Bike ?

Ti sarai sicuramente accorto della differenza tra la vestibilità dei capi dedicati alla bici da corsa o alla Mountain Bike e avrai iniziato a domandarti quale soluzione sia migliore in occasione di un viaggio in bici in inverno. Magari hai iniziato a mischiare le linee spinto solamente dal gusto personale o magari hai approfittato delle offerte che hai trovato nei negozi specializzati o sul web, ritrovandoti con un collage di stili non proprio invidiabile.

Escludiamo per un momento il gusto personale e ragioniamo puramente sui pro e sui contro di ogni tipologia di abbigliamento.

Abbigliamento invernale per bici da corsa: veste stretto per permettere una più naturale posizione slanciata verso il manubrio ed idealmente verso la prestazione migliore, occupa generalmente poco spazio (ogni strato deve poter essere arrotolato ed infilato nelle tasche posteriori della maglietta) ed è pensato per essere il più aerodinamico possibile. Una caratteristica da considerare è la sua scarsa praticità (ti invito a dover usare il bagno indossando una salopette con fondello) e la sua estrema visibilità agli occhi delle persone che, in contesti cicloturistico (magari in un paese economicamente più svantaggiato), potrebbe apparire come un enorme cartello con scritto “guardatemi sono un turista”.

Abbigliamento invernale da Mountain bike: veste più largo (spesso per poter ospitare delle protezioni), orientato più alla praticità che all’estetica e tendenzialmente più robusto per resistere alle cadute e alle abrasioni derivanti dall’ambiente off-road. Il fondello da MTB è concepito per uno scopo differente rispetto a quello da BDC, le protezioni sono più spesse nella parte posteriore perché – generalizzando e semplificando – la MTB porta il ciclista ad assumere una posizione più arretrata e la priorità diventa quella di proteggere le ossa ischiatiche. A differenza degli abiti da BDC, l’abbigliamento invernale da MTB propone una linea molto più simile ad un abbigliamento sportivo di tutti i giorni e meno appariscente (sempre per un discorso di “basso profilo” quando si attraversano paesi extra europei).

Già con questa prima scrematura possiamo azzardare una naturale preferenza. L’abbigliamento da bici da corsa è tendenzialmente preferibile quando si viaggia con il setup da bikepacking. Questo perché la natura molto minimalista e la grande cura agli ingombri, facilitano lo stoccaggio degli abiti nei pochi spazi a disposizione che naturalmente contraddistinguono questo modo di intendere il cicloturismo.

Una disposizione più classica delle borse laterali (Pannier) consente di avere più spazio e di conseguenza è possibile optare per l’abbigliamento invernale per ciclismo più orientato al mondo della Mountain Bike che, per sua natura, è più robusto. Qui devo però fare un’ulteriore precisazione, la parola Mountain Bike non indica una precisa categoria ma un gruppo di discipline, spesso anche molto diverse tra loro, che tendenzialmente puntano o alla prestazione in discesa o all’off road. Questa distinzione è doverosa perché l’abbigliamento “MTB” può essere molto specifico a seconda della disciplina a cui si rivolge. Da qui in avanti però, generalizzare ci torna utile per non perderci in tecnicismi che al fine di comprendere “le regole” dell’abbigliamento invernale, non sono necessari. Ricorda che nessuno verrà mai a multarti per aver scelto l’abbigliamento “sbagliato”, potresti perfino indossare il Kilt scozzese al posto di un abbigliamento invernale da ciclismo se ti facesse piacere.

Ma se le differenze fossero solo queste allora rimarremmo ancora una volta incastrati tra i gusti personali ed il prezzo d’occasione. C’è un’altra caratteristica che incide di più ed in particolare modo quando si sceglie un abbigliamento invernale da ciclismo ovvero la resistenza al vento e l’imbottitura. La velocità con la quale affronti il vento è molto diversa nelle due discipline e pertanto anche l’esposizione alle intemperie varia, necessitando quindi di una progettazione degli indumenti molto diversa.

Comprese queste differenze, il mio consiglio resta quello di adeguare, per quanto possibile, la scelta degli indumenti in base alla tipologia di bicicletta e al tipo di tracciato che intendiamo percorrere (che potrebbe influenzare il nostro modo di condurre il mezzo vanificando magari i vantaggi tecnici di un capo d’abbigliamento scelto scorrettamente).

Abbigliamento invernale per il ciclismo: alternative da considerare (Gravel e Trekking)

Complichiamo un po’ le cose introducendo due mondi e due modi di concepire il ciclismo molto differenti tra loro: abbigliamento invernale  da ciclismo Gravel e abbigliamento invernale da trekking (montagna).

L’abbigliamento in stile Gravel è molto simile per estetica all’abbigliamento usato dai ciclisti su strada ma con alcuni mix stilistici che lo avvicinano, di fatto, al mondo dell’off road. Proprio questa sua caratteristica ibrida tra i due mondi è da apprezzare quando si pratica cicloturismo sia sulla bici sia durante gli spostamenti a piedi. Di contro, il prezzo degli abiti Gravel è spesso superiore alle controparti MTB e BDC, questo perché il mondo Gravel è la novità del momento e come tutte le cose che vanno di moda… costa di più.

Più economico e scelto da molti è invece l’abbigliamento da Trekking, lo stesso che puoi trovare da Decathlon o che viene proposto da brand come Patagonia, Salewa, Salomon, Montura e tanti altri. Il vantaggio di questa tipologia di abbigliamento invernale è sicuramente la facile reperibilità; è molto probabile che tu abbia già degli indumenti da trekking a casa mentre è più improbabile che, partendo da zero per la tua prima esperienza di cicloturismo, tu abbia a disposizione degli indumenti invernali da ciclismo. Una tipologia di abbigliamento che premia per la libertà di movimento specialmente nelle attività al di fuori del viaggio in bici ma che potrebbe non essere adeguatamente traspirante, proprio perché utilizzata fuori contesto.
L’abbigliamento da trekking, per questa sua facile reperibilità e per il duplice uso una volta acquistato (al contrario dei capi destinati al ciclismo che difficilmente vengono usati in altri contesti), è spesso la prima scelta anche quando si parla di calzature per il cicloturismo poiché la suola semi rigida delle scarpe specifiche per la montagna ben si sposa con i pedali Flat (senza agganci specifici per le scarpe da ciclismo).

A livello tecnico, non si può parlare di uno stile “migliore” in senso assoluto e pertanto, in questo articolo continueremo a tenere in considerazione quelli che sono un po’ i poli opposti del mondo del ciclismo ovvero BDC ed MTB. Ritengo più importante riuscire a trasmetterti la logica con la quale ci si veste in inverno piuttosto che andare a discutere prettamente di estetica ed apparenza.

I materiali da preferire per l’abbigliamento invernale da ciclismo (o cicloturismo)

Probabilmente stai pensando “Ma perché non posso mettermi la felpa che uso semplicemente in palestra?” e la risposta a questo tuo quesito è molto facile: i materiali fanno la differenza. Che si parli di componenti della bici o di abbigliamento invernale per ciclismo, i materiali fanno sempre la differenza.

In particolare esistono due tipologie di materiali che nel tempo si sono distinte per efficenza negli strati più a contatto con la pelle:
Sintetico e lana merino (o merinos). I tessuti sintetici (o anche definiti tecnici) sono generalmente molto economici e particolarmente traspiranti. Di contro, tendono ad emettere cattivi odori a seguito di un utilizzo prolungato. Ed è proprio qui che la lana merinos ha saputo distinguersi poiché si caratterizza per una forte azione anti batterica e di conseguenza è meno propensa ad emettere cattivi odori. Altro vantaggio da non sottovalutare è che, anche bagnata, la lana merinos mantiene le sue caratteristiche che le permettono di trattenere il calore a differenza dei prodotti sintetici. I prodotti in lana merinos però hanno un costo solitamente superiore ai prodotti sintetici.

Perché il cotone non è adatto? Perché non asciuga velocemente. Il cicloturismo vive di ottimizzazione delle risorse, una maglietta che non si asciuga in tempo è una maglietta inutilizzabile. Una maglietta che rimane pregna di sudore durante una pedalata di 5-8 ore è una possibile causa di stop del viaggio perché espone il ciclista ad una maggiore sensazione di freddo (andando ad annullare eventuali benefici di altro abbigliamento tecnico indossato) e di esposizione a malanni anche di origine muscolo-scheletrici.

Per gli strati superiori invece, la situazione si complica poiché ogni azienda ha brevettato una sua membrana apposita per l’abbigliamento invernale da ciclismo e l’ha rinominata in modo differente. Ogni membrana svolge, nella maggior parte dei casi, una funzione comparabile a quella delle membrane sviluppate dalle azienda concorrenti ed in particolare sono studiate per svolgere due funzioni: resistenza all’acqua e resistenza al vento.

Come scegliere l’abbigliamento invernale da ciclismo: gli strati

Non tutti siamo uguali. C’è chi sente più freddo e chi sente meno freddo ma possiamo realizzare uno schema per comprendere meglio come funziona l’abbigliamento invernale da ciclismo. E’ fondamentale imparare a vestirsi a cipolla (o a strati) e se pratichi o hai praticato il trekking in montagna, questo concetto ti è probabilmente già familiare. Ma passiamo alla parte pratica, cosa serve quando si pedala in inverno?

1. Intimo termico (superiore) 
Che sia smanicato, a maniche lunghe oppure corte, questo è lo strato responsabile del “calore”. Non fraintendermi però, gli indumenti non generano calore di per sé ma le loro fibre sono progettate per trattenere il calore che il tuo corpo naturalmente genera durante l’attività e per espellere, allo stesso tempo, il sudore. Ricordati di controllare in fase di acquisto il range ottimale di lavoro del tessuto (esempio: da -5 a 0 gradi, da 0 a +10 gradi..) perché non tutti gli indumenti intimi sono uguali.
Oltre a Decathlon che è sempre un validissimo punto di riferimento, puoi valutare aziende specializzate come Biotex e Six2.

2. Maglietta
Quando puoi essere sicuro di aver scelto una combinazione vincente? Quando senti freschino alla partenza ma sei alla temperatura giusta dopo qualche pedalata. Coprirsi eccessivamente e provare una piacevole sensazione di caldo quando si è fermi è indice di una cattiva organizzazione degli strati e può condurre solamente ad una “sauna”. Anche in questo caso, non siamo tutti uguali. C’è chi preferisce la maglietta a maniche corte da integrare eventualmente con dei manicotti e chi preferisce la maglietta a maniche lunghe o chi, addirittura, preferisce usare solamente l’intimo e la giacca, senza utilizzare una maglietta d’intermezzo. Scegli bene questo strato perché se non è abbastanza traspirante puoi soffrire eccessivamente il caldo durante la pedalata.

3. Giacca termica
Questo è lo strato più complesso da scegliere. La funzione della giacca termica è quello di trattenere ulteriormente il caldo che è sfuggito al secondo strato (la maglietta) e può avere tre caratteristiche:
A. Può essere calda ma non anti vento e/o anti pioggia (a questa giacca potrai abbinare un anti-vento da ciclismo quando necessario).
B. può essere calda ma con inserti anti vento solo in alcune parti come ad esempio petto, o in alcune sezioni lungo le braccia.
C. può essere calda e completamente anti vento e/o anti pioggia.

Tieni a mente però che l’abbigliamento invernale da ciclismo è fortemente soggettivo, se sei una persona che sente molto caldo puoi valutare di sostituire la Giacca termica con un gilet smanicato da ciclismo. Se opti per questa soluzione e prevedi di fare grandi salite, ricorda che quando dovrai affrontare la discesa, il vento freddo potrebbe essere insopportabile e portarti via grandi quote di caldo all’interno dei tuoi vestiti. Per questo motivo, valuta sempre la possibilità di portare con te un anti vento pieghevole.

Se scegli un prodotto derivante dal mondo della MTB tieni a mente che per questa tipologia, date le velocità più contenute che solitamente una ruota tassellata consente rispetto ad una da strada (oltre alla notevole differenza di peso della bici stessa), è molto importante puntare a giacche più traspiranti ma meno protettive rispetto al vento. Al contrario, nel mondo dell’abbigliamento invernale specifico per la BDC è molto più importante schermarsi dal vento perché non solo si raggiungono velocità più elevante ma le si mantengono per molto tempo. Certo è che, in ogni caso, una caratteristica non deve per forza escludere l’altra.

I più calorosi ma anche i più tecnici potrebbero preferire l’uso della Gabba (da non confondere con la mantellina invece), una giacca a maniche corte ma impermeabile sia a vento sia all’aria ma comunque traspirante. E’ un indumento che solitamente viene utilizzato in ambito agonistico poiché sottile e particolarmente facile da arrotolare nelle tasche posteriori. Nulla però ti vieta di considerare anche questo pezzo tecnico per i tuoi viaggi in bici durante l’inverno.

4. Il guscio
Qui, il 90% di chi inizia a praticare cicloturismo, o altri sport Outdoor, compie un errore gigante (legittimo, si impara anche sbagliando) tendendo a considerare il guscio come uno l’ennesimo strato “termico”(ruolo già svolto dalla giacca al punto 3) , ma così non è. Il suo ruolo è quello di schermarci dalle intemperie. Il guscio è tendenzialmente uno strato molto sottile impermeabile e capace di schermare dal vento.

5. Gambe.
Qui le combinazioni sono limitate solo dalla fantasia, partiamo però dandoci una regola: qualunque soluzione sceglierai devi includere il fondello da ciclismo.

– Opzioni per abbigliamento invernale da ciclismo su strada (BDC):
A. Salopette lunga
B. Salopette corta (sopra al ginocchio)
C. Salopette corta più gambali.

– Opzioni invernali abbigliamento Mountain Bike (MTB):
A. Salopette lunga da BDC con sopra il pantalone corto da MTB (possibilmente con il retro impermeabile per proteggere la salopette che, se dovesse impregnarsi di fango, neve o pioggia, perderebbe parte della sua capacità nel trattenere calore).
B. Salopette a 3/4 (sotto al ginocchio) con o senza Pantalone corto da MTB.
C. Salopette corta (sopra ginocchio) invernale con l’apposito sovrapantalone (solitamente anche impermeabile perché uno dei grossi problemi dell’inverno, non è solo la pioggia ma anche le pozzanghere o eventuali guadi) da MTB lungo
D. salopette corta più gambali e/o pantaloncino estivo MTB.

Calze e copriscarpe
Mi raccomando, usa solamente calze specificatamente pensate per il ciclismo. La differenza rispetto alle calze tradizionali è la loro azione di compressione che permette al sangue di fluire meglio, visto l’assenza della naturale camminata che anatomicamente supporta il cuore nel pompare sangue dal basso verso l’alto. Un valido compromesso potrebbe essere l’acquisto delle calze impermeabili che, avendo un’apposita membrana, impediscono sia all’acqua sia al vento di passare (soluzione “caldamente” consigliata se hai scelto di utilizzare le tue scarpe da ciclismo estive anche in inverno). Il copriscarpa è un validissimo alleato nel caso in cui le tue scarpe invernali non siano in materiale tipo Goretex ed è da considerarsi praticamente un obbligo se hai scelto di utilizzare le tue scarpe estive anche durante i viaggi invernali. Ne esistono di più tecnici (particolarmente aderenti a scarpe da corsa o Gravel per via della forma) e meno tecnici (se non li trovi per le tue scarpe, butta un occhio alle collezioni da moto che sono più simili alle scarpe di uso quotidiano) ma potrebbero risultare un ostacolo, o addirittura un problema a livello di sicurezza, nei terreni più accidentati.

Scarpe invernali
Lo so, le scarpe costano e molti di noi preferiscono spendere il proprio in budget in altro rispetto ad investirlo per acquistare un secondo paio di scarpe da utilizzare solo in inverno. Devi considerare però che un cicloturista non è paragonabile all’appassionato di bici che fa il giro domenicale sotto casa ma pedala ininterrottamente in qualunque condizione atmosferica. Considera anche che le estremità del corpo, come ad esempio i piedi, sono quelle che soffrono di più l’esposizione al freddo o, ancor peggio, al bagnato. Se hai i piedi freddi, avrai freddo anche con 10 strati che coprono il busto.

Cappello, scalda orecchie e scalda collo
Come tutte le estremità, anche la testa è una parte molto esposta al freddo. Per proteggerti hai due possibilità: utilizzare un cappello sottocasco oppure, se sei una persona che generalmente ha molto caldo, puoi usare uno scalda orecchie. Se scegli di utilizzare un cappello sottocasco ti consiglio di portare con te in negozio il tuo casco per verificare che lo spessore del cappello non ti impedisca una buona vestibilità. Per i viaggi attraverso luoghi più freddi o dove il vento sa essere pungente, puoi valutare l’acquisto di un passamontagna. Indispensabile l’utilizzo di uno scaldacollo che all’occorrenza può diventare un secondo strato che avvolge la testa.
Scaldacollo consigliato per tutte le stagioni: Smotard (antibatterico ed ipoallergenico, io ho questo specifico per il ciclismo)
Scaldacollo invernale consigliato: Northwave Neck Warmer Front Protection

Sottocasco invernale consigliato: Castelli PRO Thermal (l’abbigliamento invernale da ciclismo di Castelli è sempre una garanzia).

Se il freddo è ancora troppo puoi considerare l’acquisto di un casco invernale che a differenza di quello estivo è più chiuso e permette a meno aria di arrivare alla testa.
 
Guanti invernali da ciclismo
Torno a ribadire l’importanza di coprire bene le estremità del corpo ed in questo caso ti parlo nuovamente delle mani. Se le mani sono fredde allora è molto probabile che tu possa sentire freddo nonostante un buon abbigliamento invernale da ciclismo. Le mani si muovono poco, disperdono molto calore e quando si pedala per tanto tempo al freddo è difficile generare sufficiente calore da mantenerle in temperatura. Il Guanto invernale da ciclismo non solo deve essere di buona qualità ma deve anche essere antivento e se possibile anche antipioggia. Questo significa che bisogna usare dei guanti specifici per il ciclismo invernale perché tutti gli altri, sebbene caldi, lasciano passare l’aria fredda che a sua volta fa crollare la temperatura delle mani.
Guanti invernali da ciclismo consigliati: Castelli Perfetto Ros Glove (antipioggia e antivento)

Freddo estremo, estremi rimedi.
Il mondo degli sport invernali ha permesso la diffusione dei così detti scaldini chimici. Questi scaldini reagiscono all’aria, o ad altre stimolazioni a seconda della marca, scaldandosi e raggiungendo una temperatura che varia dai 40° ai 50° per diverse ore. Dato il loro costo molto contenuto e a delle dimensioni paragonabili a delle bustine di The, questi scaldini chimici sono dei validissimi alleati per noi cicloturisti sia per scaldare le mani sia per scaldare i piedi. Ricorda però di non applicarli mai sulla pianta del piede o nel palmo delle mani, sono pensati per essere applicati sul dorso dell’arto, così da non risultare troppo caldi e da non ostacolare i naturali movimenti dello sportivo. Se devi scegliere, ti consiglio di acquistare anche per le mani la versione specifica per i piedi perché dotata di un piccolo adesivo.

Pedalare sotto gli zero gradi, il punto di massima attenzione per il ciclista

Tenendo sempre presente che ognuno di noi è diverso ed ha una sensibilità diversa al freddo, esiste generalmente un preciso momento in cui le regole sugli strati possono essere variate per sopperire a delle necessità più particolari. Questo punto è rappresentato dagli 0 gradi. Al di sopra degli zero gradi, con abbigliamento invernale da bici di discreta fattura, è possibile pedalare in bici con un discreto confort per la maggior parte dei ciclisti. Quando però il termometro segna una temperatura inferiore è il momento di sperimentare e valutare sulla propria pelle la necessità di aggiungere uno strato, sotto o sopra quelli già visti nelle righe precedenti. Potresti quindi apprezzare uno smanicato, anche solo leggero, in più da posizionare prima o dopo la giacca termica o considerare l’ipotesi di indossare una calzamaglia termica a supporto della salopette. Sotto gli zero gradi non c’è una vera e propria regola ma è importante imparare ad ascoltare le necessità del proprio corpo.

Ora che hai compreso il ruolo degli strati e l’importanza dell’abbigliamento invernale da ciclismo è giunto il momento di salutarci ma non prima di averti invitato a curiosare tra le grandi avventure dei ciclisti di tutto il mondo che abbiamo selezionato qui su Mappalibro.it tra i libri che parlano di cicloturismo.

Articolo di Andrea Lamonica

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