Copertina del libro
Copertina del libro "Abito il mondo. La Via della Seta senza Aerei” di Carlo Laurora

Un viaggio a metà tra l’Oriente e l’Occidente, tra la fatica e la bellezza, tra la leggenda e la realtà. Abito il mondo di Carlo Laurora è il racconto di un viaggio lungo l’epica e millenaria Via della Seta… alla scoperta di un mondo diverso, ma anche di se stessi.

“[…] non rimpiango minimamente la scelta di intraprendere questa avventura, nonostante le mille difficoltà incontrate fino ad oggi. Credo che ognuno di noi debba cercare di prendere in mano la propria vita e realizzare i propri sogni oggi.”

Abito il mondo di Carlo Laurora: lungo la Via della Seta

Carlo ha 25 anni quando, insieme al suo amico Andrea, decide di intraprendere un viaggio molto speciale. Abito il mondo di Carlo Laurora è proprio il diario di questo viaggio; la Via della Seta è una delle vie commerciali più antiche del pianeta, e la sua storia reale si intreccia con una certa dose di leggenda, se vogliamo anche un po’ di fiaba. Volti sconosciuti, sapori e profumi, nuove strade da esplorare, insolite tradizioni da conoscere; è un viaggio che apre gli occhi, che mette in connessione con se stessi e con gli altri a un livello intimo, profondo, quasi ancestrale. Un viaggio del genere richiede una modalità di spostamento ben precisa, che permetta al viaggiatore di riprendere in mano il proprio tempo così da vivere ogni sensazione e ogni esperienza appieno. Lo spiega Carlo nelle prime pagine del libro: “Inizia tutto da qui, proverò a percorrere la Via della Seta senza aerei, con mezzi di trasporto pubblici, senza mai staccare i piedi da terra cercherò di tornare a casa in Italia. Ho bisogno di prendermi del tempo per fare quello che oggi è diventato più complicato che mai per ogni viaggiatore, godersi il viaggio e non solo la destinazione”.

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Le tappe del viaggio di Abito il mondo di Carlo Laurora

E quindi via, si parte: percorrendo migliaia di chilometri coi mezzi pubblici, a piedi o in autostop, Carlo e Andrea coronano il loro sogno di vivere un viaggio al 100%, godendosi ogni singola tappa senza pensare a ciò che li aspetta una volta tornati a casa. Si parte dalla Cina, naturalmente: quel grande Paese ricco di contraddizioni e di usi e costumi che, spesso, ci risultano difficili da comprendere; ma anche il Paese dei sorrisi, della gentilezza, dell’ospitalità. Abito il mondo di Carlo Laurora inizia quindi a Shanghai e prosegue, passo dopo passo, attraverso le bellezze e le incoerenze delle province di Shaanxi, Gansu e Xinjiang.
Presto arriva il momento di oltrepassare la prima frontiera via terra, in un mix di tensione ed entusiasmo: si arriva nel Kirghizistan! E più avanti, il viaggio lungo la Via della Seta prosegue in Uzbekistan e Kazakistan, si imbarca in una nave per attraversare il Mar Caspio, si inerpica lungo l’Azerbaigian e la Georgia, approda in Turchia e infine, attraverso l’Europa Centrale, raggiunge il punto finale del percorso, un luogo simbolico: il Colosseo di Roma che, con la sua storia millenaria e in quanto simbolo di cultura, sembra perfetto per segnare la fine di un viaggio così epico.
Nel mezzo, le pagine di diario di Abito il mondo di Carlo Laurora ci portano dritti verso l’atmosfera di Xi’An, i mercati di Kashgar, la leggendaria Samarcanda, le luci abbaglianti di Baku, il volo in mongolfiera in Cappadocia, e decine di altre avventure in luoghi che molti di noi hanno per ora solo sognato. Ma, soprattutto, raccontano di tutto ciò che il viaggio vissuto al massimo possa regalare: i volti delle persone, la maestosità delle montagne, lo scintillio delle città, il fastidio delle pressioni turistiche, la scomodità dei viaggi in treno e in autobus, l’incapacità di comprendersi e l’universalità dei gesti, le nuove amicizie provenienti da tutto il mondo, i laghi e le vallate, i sorrisi innocenti dei bambini.

Viaggiare dentro alle proprie consapevolezze

Carlo Laurora ha scritto Abito il mondo per raccontare il proprio speciale viaggio, soprattutto dopo essersi reso conto che, in seguito a decine e decine di vacanze, questo sia stato il suo primo viaggio vero, a contatto con le altre culture e lento, così lento da non aver bisogno di avere in mente una precisa data di scadenza. Ma Abito il mondo di Carlo Laurora è anche condivisione di sentimenti e pensieri legati al viaggio e a tutto ciò che esso può regalare alle nostre vite. Pagina dopo pagina, infatti, Carlo riflette su tanti temi: prima di tutto, di quanto certe culture possano essere diverse dalla nostra, e desiderare cose diverse dalle nostre, ma non per questo essere meno felici o meno soddisfatte della vita. Riflette anche sulla paura, e su quanto il viaggio ne sia un buon antidoto: “Sono immensamente grato al viaggio, grazie a lui, e a me stesso naturalmente, sono riuscito ad affrontare e superare tante delle mie paure e a vivere tantissime situazioni con tranquillità. L’unico modo per superare le proprie paure è affrontarle e questo dovremmo farlo tutti per sentirci sempre più padroni di noi stessi”. Riflette sul legame tra religione e viaggio, un legame che mi ha molto colpito: così come tutte le religioni sono accumunate dalla tensione verso una vita che sia in sintonia con il prossimo, allo stesso modo il viaggio e la possibilità di rapportarsi con chi è diverso da noi ci rendono più flessibili nei confronti degli altri, ci aprono la mente aiutandoci, di conseguenza, a vivere in armonia con il mondo intero.
In Abito il mondo di Carlo Laurora, infine, si riflette su un concetto molto importante, che dovrebbe essere ben chiaro a qualsiasi viaggiatore ma che purtroppo, ogni tanto, sfugge dalla nostra mente. È il concetto dei confini: essi esistono sulle mappe, essi esistono perché noi umani li abbiamo inventati, ma non esistono nel cuore di chi decide di abbatterli e fare tesoro di ciò che accomuna tutti, singoli essere umani e razze ed etnie diverse. Un viaggio come questo, insomma, ci aiuta a capire che, in fondo, siamo tutti uguali: “Già era chiaro nella mia testa ma questo viaggio è servito a darmene conferma, i confini sono semplicemente un’invenzione dell’uomo e nessun muro per quanto lungo o alto potrà cambiare questo. Riapro gli occhi e l’unico confine che vedo è l’orizzonte. Vedo semplicemente vita. Non ho paura di vivere, anche se il mondo è in bilico sotto di me. Ho trovato un milione di ragioni per mettermi il mondo in spalla. Per andare a vedere il mondo con i miei occhi, attraverso i miei occhi. Continuo ad andare avanti, controvento”.

Recensione di Agnese Sabatini

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