Copertina del libro
Copertina del libro "Australian cargo" di Alex Roggero

La recensione di Australian cargo di Alex Roggero ti porterà dall’altra parte del mondo, alla scoperta di una terra che ha sempre qualcosa di straordinario da raccontare. Dal treno al rosso del deserto australiano, fino a una nave cargo molto speciale… l’avventura è a portata di pagine!

Di quella terra rossa mi sono proprio innamorato. È stato un innamoramento graduale, di quelli che ti rimangono dentro per il resto dei tuoi giorni.

Un viaggio epico in Australia alla ricerca del nonno

“Questo viaggio è iniziato settantacinque anni fa”. Così racconta Alex Roggero all’inizio del suo Australian cargo: Alex parte per la terra a testa in giù perché di Australia, di avventure e di animali strani ha sentito parlare fin da quando era bambino. Dopo aver vissuto per molti anni negli Stati Uniti, suo nonno era partito per quel grande continente sconosciuto nel 1924, e lì era rimasto alcuni anni. “Fu lui a parlare per primo della terra sottosopra. Diceva che dall’altra parte del mondo, dove il cielo stellato era tutto all’incontrario, c’era un paese con territori vastissimi ancora da conquistare”; Alex cresce accompagnato da questi racconti e da adulto, dopo aver ritrovato una busta con alcuni documenti e fotografie dell’esperienza del nonno, decide di ripercorrere le sue tracce in quel luogo lontano: il nonno avrebbe voluto tornare in Australia ma non l’aveva mai fatto, e Alex vuole aiutarlo, anche solo simbolicamente, a “chiudere il cerchio”.

Basterebbe questo punto di partenza, questa dolce storia, a farti innamorare di Australian cargo di Alex Roggero. Ma c’è molto di più. A partire dall’Australia stessa, che la penna di Alex racconta in modo magistrale in ogni sua sfumatura di colore e di percezione. All’inizio, Alex Roggero decide di attraversare interamente il paese, da Perth a Sydney, a bordo del leggendario treno Indian-Pacific. Sarà un’avventura spettacolare, che lo porterà per la prima volta a contatto con questa terra così speciale; quella terra rossa di cui si innamora perdutamente, quel bush che ha un che di primitivo, dove è come se niente, neanche il più umile cespuglietto, sia lì per caso.
L’avventura prosegue lungo le coste settentrionali del Queensland, nel fitto della foresta di Cape Tribulation dove Australian cargo di Alex Roggero ci porta in un luogo fatto di natura rigogliosa e animali, ai quali l’uomo può solo abbandonarsi. E, infine, Alex parte alla scoperta dei parenti del nonno rimasti in Australia, e poi del grande deserto rosso australiano. Con un bel mix di coraggio e incoscienza, attraversa questo ambiente così inospitale eppure meraviglioso, fatto di aridità e caldo asfissiante, punteggiato da paesi che sono poco più di insediamenti, dove le persone vivono in un modo che noi facciamo fatica a comprendere. Perché tanto, in ogni caso, questa è una natura che non potrà mai davvero appartenere agli uomini.

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L’intreccio di storie in Australian cargo di Alex Roggero

Dopo l’Australia, Alex Roggero decide di tornare in Italia proprio come aveva fatto il nonno. Lui a bordo della vecchia nave Otranto, Alex navigando su una nave mercantile “gigantesca ma piuttosto elegante, con la chiglia blu cobalto e la sovrastruttura dipinta di bianco. Ha un nome bellissimo: Optimism”. Australian cargo di Alex Roggero è quindi un mix di due viaggi diversi: qualche capitolo dedicato all’Australia e alla sua terra rossa, qualche altro capitolo dedicato alla navigazione sull’Optimism. Una navigazione davvero unica, un viaggio nel viaggio: Alex è a bordo come passeggero ma, pian piano, entra quasi a far parte della squadra di ufficiali e marinai. Diventa amico di tutti loro, e con loro trascorre giorni speciali in mezzo al mare aperto, passando per Indonesia, Singapore, Egitto, Grecia e, infine, Italia. Anche questi capitoli sono molto belli da leggere: si scopre cosa vuol dire fare questa vita, si dischiudono legami di amicizia davvero unici. È un modo di viaggiare che ti porta all’essenza: “sul treno, e poi sulla nave, ho capito che le cabine aiutano a pensare proprio perché ti costringono a mettere in ordine tutto quello che ti appartiene. Anche la mente”.

Australian cargo di Alex Roggero: i luoghi, le persone

Del viaggio in nave mercantile, Alex si innamora soprattutto delle persone: uomini e ragazzi di diverse nazionalità, che lasciano la propria terra per mesi e mesi e che diventano una vera e propria famiglia in mare aperto. Per Alex, viaggiare così è “l’unico modo per viaggiare. Viaggiare pensando, ricordando. Il mercantile cammina sul mare a passo lento, e le distanze non si misurano più in miglia o chilometri, ma ore, giorni, a volte anche mesi. Così i nostri pensieri possono finalmente smettere di rincorrerci. Si avvicinano a noi, ci affiancano, e poi, senza alcun avviso, ci superano”.
Eppure, nel frattempo ricorda. Ricorda del suo viaggio appena finito in Australia: un viaggio davvero epico, avventuroso, che a volte mette quasi tensione per la quantità dei pericoli alla mercé dei quali si mette il nostro narratore. Eppure, in Australian cargo di Alex Roggero non ti soffermi tanto sui pericoli, sui 50 gradi all’ombra, sui serpenti velenosi.

No, ti soffermi soprattutto sulle persone, che in Australia vivono in modo rilassato e aperto, che usano mate (amico) come parola principale del vocabolario, che sono sempre in qualche modo ospitali anche quando burberi e isolati dal mondo.
E poi ti soffermi soprattutto su quella dicotomia impossibile che la natura australiana ti fa vivere. Australian cargo di Alex Roggero è prima di tutto un’ode a questa terra. Mi sono rimaste impresse le parole di un vecchio parente che Alex incontra: parlando del nonno, racconta che “la natura lo faceva impazzire. E non c’è da stupirsene. Nell’outback si rischia di diventare un po’ matti, ma alla fine di una giornata a cavallo, davanti al fuoco dell’accampamento, ci si sente, non so come spiegartelo, ci si sente integri. È come se la sabbia, il vento e le distanze ti scolpiscano. Fanno di te un’altra persona”. Quando vai in Australia, ti rendi conto che è impossibile non credere a queste parole. E ti rendi conto, come anche Alex Roggero conferma, che l’Australia viene chiamata con tanti nomignoli diversi, ma “terra di Oz” è forse quello più adatto: “in tre parole sono racchiuse tutte le magie di un paese che appartiene al regno dei sogni”.
Recensione di Agnese sabatini

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