Copertina del libro
Copertina del libro "Binari. Racconti di viaggi e di treni sulle ferrovie minori italiane” di Fabio Bertino

Binari di Fabio Bertino è la raccolta di 11 racconti di viaggio che conducono dritti al cuore di un’Italia nascosta e spesso sconosciuta. A bordo dei treni locali, l’autore si sposta tra paesini e borghetti mostrandoci la bellezza di un viaggio lento fatto di incontri e nuove scoperte.

“Viaggiare sulle ferrovie secondarie aiuta a capire la loro fondamentale importanza nel collegare piccoli centri che altrimenti sarebbero quasi isolati.”

Binari: racconti di viaggi in treno lungo le ferrovie minori

Sono 11 i racconti di viaggio che troverai in questo libro: 11 esperienze in treno che l’autore descrive con genuinità e chiarezza riuscendo nello scopo di invogliare il lettore a partire alla scoperta di un’Italia “nascosta”.

Fabio Bertino sale a bordo del più classico tra i mezzi di trasporto, si siede tra pendolari, ragazzi e anziani del luogo e si lascia affascinare dal paesaggio che scorre dal finestrino.

Quelli su cui sale l’autore non sono treni storici con motrici a vapore o carrozze dal fascino retrò. I convogli su cui ci accompagna Fabio Bertino sono quelli locali che, con più o meno ritardo, partono quotidianamente anche se solo con pochissime corse al giorno.

Binari è il racconto di quelle ferrovie minori di cui pochi conoscono l’esistenza e che se non fosse per la gente del posto rischierebbero di scomparire come molte altre prima di loro.

I treni su cui viaggia l’autore sono quelli che fanno la spola tra i piccoli paesi, quelli fondamentali per gli studenti e i pendolari, quelli che in maniera silenziosa collegano l’Italia dei borghi e dei piccoli paesini. Ai margini sì, ma mai marginali.

Le linee che Fabio Bertino ci fa scoprire tra le pagine di questo suo libro sono ferrovie indispensabili oggi per la popolazione locale, tanto quanto furono importanti un tempo.

Ad esempio: la Cuneo – Ventimiglia durante la Prima Guerra Mondiale era un collegamento fondamentale tra Italia e Francia; la ferrovia Avezzano – Roccasecca, invece, si trovava proprio lungo il confine della Linea Gustav e fu quasi completamente distrutta dai tedeschi durante la Seconda Guerra Mondiale.

Insomma, quelle percorse dell’autore di Binari sono ferrovie che oltre a svolgere il loro ruolo di mezzo di trasporto, ci raccontano la storia del nostro Paese.

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In treno per ritrovare l’Italia “dimenticata”

Domodossola – Locarno, Cuneo – Ventimiglia, Parma – Suzzara, Bologna – Pistoia, Lucca – Aulla Lunigiana, Viterbo – Orte, Avezzano – Roccasecca, Taranto – Reggio Calabria, Bari – Matera Sud, Catania – Giarre Riposto e Macomer – Nuoro.

Sono queste le linee su cui ti sembrerà di viaggiare leggendo il libro di Fabio Bertino.

Si tratta di 11 percorsi suggestivi in cui già solo il viaggio, senza fermate, lascia senza parole: la Macomer – Nuoro, ad esempio, attraversa il cuore della Sardegna, la Domodossola – Locarno è un vero e proprio trenino delle meraviglie in qualsiasi stagione, ma soprattutto in autunno con il foliage e poi c’è la Cuneo – Ventimiglia con i suoi scorci spettacolari.

Ad ogni ferrovia corrispondono una serie di stazioni e qui, tutte, valgono la sosta.

Piccole, spesso senza biglietteria, a volte lontane dal centro del paese e di tanto in tanto luogo di ritrovo dei ragazzi che le raggiungono per fare due chiacchiere: le stazioni di queste 11 ferrovie sono la porta d’ingresso ad alcuni borghi ancora autentici e poco frequentati dai turisti.

In Emilia – Romagna, sulla Parma – Suzzara, c’è Gualtieri, luogo di nascita di Antonio Ligabue, che custodisce la casa – studio del pittore; nel Lazio, sulla Avezzano – Roccasecca, proprio quest’ultima cittadina fa sfoggio di una imponente statua di Totò; sempre nel Lazio, sulla Viterbo – Attigliano, c’è Montefiascone che custodisce ancora la leggenda del celebre e ottimo vino Est! Est! Est!.

Fabio Bertino con il suo libro non parla solo di treni e ferrovie, ma anche e soprattutto di luoghi. Ci porta alla scoperta di nuove mete, ci mostra l’Italia lontano dai soliti itinerari e ci consiglia un nuovo modo di viaggiare: più lento e più profondo.

Incontri e scoperte: il piacere dei viaggi lenti

È così, aspettando un treno, godendosi il paesaggio mentre il convoglio accumula ritardo per aspettare che ne passi un altro o cercando informazioni su come raggiungere il paese una volta fuori dalla stazione, che l’autore ha modo di incontrare e conoscere persone.

Sono gli incontri, infatti, una delle cose belle del viaggiare più lentamente: si ha tempo per scambiare una battuta, per farsi raccontare qualche curiosità e per ascoltare le storie delle persone che incrociano il nostro percorso.

Elio e Giuseppe conobbero Antonio Ligabue e non si tirano indietro nel raccontare all’autore una serie di interessanti aneddoti sulla sua vita; il pensionato sulla Cuneo – Ventimiglia ammette di prendere il treno ogni giorno inventandosi ogni volta una nuova scusa; Giuseppe, invece, è un ragazzino che rimane affascinato dal tatuaggio dell’autore e si ripromette di farlo anche lui, un giorno.

Volti, storie e paesaggi: tutto questo si mescola sul treno e scorre lungo i binari promettendo, ogni volta, un’esperienza diversa.

Recensione di Selene Scinicariello.

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