Copertina del libro "Confine. Viaggio al termine dell’Europa" di Kapka Kassabova
Copertina del libro "Confine. Viaggio al termine dell’Europa" di Kapka Kassabova

Kapka Kassabova è nata in Bulgaria, è cresciuta in Nuova Zelanda e ora vive nelle Highlands scozzesi: una gran bella confusione, non trovi? Proprio di caos, di miscugli, di intrecci e di legami parla il suo libro, Confine. Viaggio al termine dell’Europa. Il volume racconta il viaggio dell’autrice nelle terre da cui è stata sradicata. Kapka rivive i luoghi della sua infanzia e ripercorre i chilometri che hanno condizionato la vita di migliaia di persone che, come lei e la sua famiglia, sono state costrette ad abbandonare le proprie case alcuni decenni fa. Oggi il territorio tra Turchia, Grecia e Bulgaria racconta ancora storie di dolore e di speranza: la scrittrice ce le racconta.

“L’unica cosa positiva del confine è che puoi attraversarlo.”

Quel “muro” tra Asia e Europa

C’era una volta il Muro di Berlino, ma più a sud, tra le montagne dai nomi impronunciabili, esisteva un altro “muro”, meno conosciuto, meno visibile, ma altrettanto terribile. Il viaggio di Kapka Kassabova inizia proprio lì, nei villaggi sperduti e ormai quasi disabitati tra le montagne al confine tra Bulgaria, Grecia e Turchia.

Il racconto dell’autrice inizia dalla Strandža, un massiccio montuoso che all’epoca del Patto di Varsavia non era solo l’ultimo confine d’Europa, ma era anche l’ultimo “muro” comunista. All’epoca si credeva che questa parte di confine fosse poco controllata e facile da attraversare. Così sono state arrestate e spesso barbaramente uccise migliaia di persone che tentarono di approfittare delle vacanze sul Mar Nero concesse dal regime per provare a fuggire oltre a un filo spinato, lontano da quella “cortina di ferro”, verso la libertà.

Oggi che il “muro” del blocco sovietico è scomparso, ne esiste un altro. Chi prova ad attraversarlo è ancora spinto da sogni e speranze. Oggi il confine tra la Turchia e i Paesi europei di Bulgaria e Grecia è il richiamo di migliaia di profughi siriani che scappano da una guerra che ha distrutto totalmente il mondo che conoscevano. Ancora oggi c’è chi tenta di attraversarlo illegalmente, tra sofferenze e dolori capaci di essere sopportati solo da chi, ormai, ha gli occhi pieni di orrore. C’è, invece, chi aspetta, irriconoscibile tra migliaia di altri volti, all’interno di un campo profughi.

Il viaggio raccontato in Confine. Viaggio al termine dell’Europa da Kapka Kassabova è un viaggio tra le storie vissute all’interno di un territorio circoscritto, ma incredibilmente ricco di esperienze ed emozioni.

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Oltre il confine, tra le vicende umane

Il viaggio di Kapka Kassabova prende il via da una storia personale, ma bastano poche pagine per capire che quella stessa storia ha segnato le vite di tantissime famiglie. Come la scrittrice, infatti, sono state migliaia le persone che hanno lasciato le proprie case: alcune per scelta, altre per costrizione.

In quel lembo di terra al confine tra Grecia, Bulgaria e Turchia non sono state solamente le città a cambiare nome più e più volte, ma sono stati costretti a farlo anche gli uomini e le donne per poter continuare a lavorare, ad allevare i propri animali, ad abitare nelle proprie case, per poter continuare a vivere.

La Tracia è da sempre terra di passaggi e di viaggiatori. Un tempo lo era grazie al commercio di beni e merci, in altri momenti, invece, a causa di un vero e proprio commercio di esseri umani.

Qui si sono incontrate e scontrate etnie e civiltà. Mentre il confine assolveva il suo compito dividendo gli Stati, l’uomo guardava al di là di quella linea sognando condizioni migliori, ascoltando il richiamo dell’ignoto.

Confine di Kapka Kassabova racconta le storie di quegli uomini e di quelle donne la cui vita è legata a una linea di demarcazione. L’autrice si ferma nelle città e nei villaggi vicini alla frontiera e lascia raccontare ai personaggi che incontra la potenza degli eventi di cui sono stati e sono ancora oggi protagonisti.

Tradizioni, riti, magie, credenze e religioni: Kapka Kassabova racconta il confine

Sono proprio le persone che Kapka incontra lungo la strada a rendere questo libro davvero speciale, a tratti quasi poetico. Gli episodi di un passato e di un presente spesso difficile e doloroso si mescolano ai piccoli gesti di una quotidianità basata sugli usi e sui costumi dei diversi popoli che si incontrano in questo lembo di terra.

Monaci che non invecchiano, palle infuocate che solcano i cieli, persone che camminano su braci ardenti, veggenti e strani misteri legati alle montagne: questa parte di mondo irradia un’energia pazzesca. Le preghiere si mescolano ai rituali e le magie alle religioni ed è così che dopo aver raggiunto i villaggi sperduti sulle montagne del Rodopi e dello Strandža ci si sente confusi, annebbiati e legati ormai per sempre a questi luoghi.

Ma è la realtà o è solo l’effetto del confine, impossibile da concepire anche a chi decide di esplorarlo? Io una risposta certa non sono riuscita a trovarla.

Recensione di Selene Scinicariello.

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