Una ragazza Himba, foto realizzata da difotoediviaggi.it
Una ragazza Himba, foto realizzata da difotoediviaggi.it

Gli Himba (o Ovahimba) sono un gruppo etnico di circa 12.000 persone che abita nel Kaokoland, regione della Namibia settentrionale.

Sono pastori nomadi discendenti dagli Herero, parlano la lingua herero, seguono la transumanza delle mandrie di bovini, conoscono il nostro modo di vivere ma preferiscono, per scelta consapevole, mantenere le tradizioni arcaiche del loro popolo.

Gli Himba e il rito dell’otjize

La popolazione Himba è immediatamente riconoscibile per caratteristiche ben specifiche, prima fra tutte, la tradizione di cospargere corpo e capelli con l’otjize, una mistura rossa preparata con burro, ocra, erbe e resine profumate.

L’otjize ha varie funzioni: serve per riparare e proteggere la pelle dal sole e dal clima caldo e secco, è un buon repellente per gli insetti e, infine, viene usato per un motivo puramente estetico; conferisce infatti a pelle e capelli quella particolare colorazione rossastra molto simile alla terracotta.

Dall’otjize deriva la denominazione “Popolo rosso della Namibia”.

Per gli Himba, la cura del corpo è piuttosto impegnativa. In una regione così arida, la poca acqua disponibile è considerata sacra e viene centellinata. È usata per la detersione personale soltanto dagli uomini sposati in occasione speciali (cerimonie religiose, rituali).

Gli Himba non si lavano quindi tutti i giorni con l’acqua come facciamo noi.

Il rito dell’otjize viene usato anche per la normale detersione, ovviamente non come una rinfrescante doccia ma come una sorta di bagno turco profumato.

All’interno di una tipica capanna, la mistura per preparare l’unguento di ocra rossa e burro, viene fatta bruciare a lungo fino a quando la stanza è avvolta da un fumo denso e da un profumo pungente. In tal modo si crea una specie di bagno turco: l’aria è umida e le donne si lasciano avvolgere dal vapore creatosi. Vapore che, a contatto con la pelle e le parti intime, deterge, profuma e disinfetta. Il rito viene eseguito almeno 2 o 3 volte al giorno.

Gli Himba: abbigliamento e acconciature

Le donne Himba sono di una bellezza scultorea. Eleganti e statuarie, camminano con atteggiamento fiero, quasi austero. Piuttosto alte hanno un volto serio ed impassibile, a tratti enigmatico; sorridono poco e nei loro occhi traspare un che di malinconico.

L’abbigliamento delle donne Himba è tradizionale e succinto: un semplice gonnellino di pelle di capra e i seni scoperti; camminano scalze o, al più, indossano sandali di cuoio. A corredo del semplice vestiario, una moltitudine di monili piuttosto grandi ed ingombranti, di cuoio, ferro o rame, decorati con frammenti di osso e perline colorate. Quando una donna Himba partorisce il primo figlio, la madre le regala una collana costituita da una grossa conchiglia, simbolo di fertilità, che deve essere portata nell’incavo tra i seni.

Anche gli uomini indossano un gonnellino, associato però ad indumenti più occidentali come semplici camicie.

Capelli e acconciature hanno un particolare significato che permette di riconoscere lo status sociale del singolo all’interno del clan.

Le ragazze giovani hanno due trecce portate sul davanti; dopo la pubertà vengono realizzate numerose trecce rasta, poi ricoperte dall’otjize. Dall’estremità delle trecce spuntano i capelli crespi e nerissimi. Quando si sposano aggiungono una sorta di diadema di pelle d’antilope che viene rimosso nel caso restino vedove.

I ragazzi sono rasati, con un solo lungo ciuffo centrale, intrecciato e rivolto indietro; una volta sposati gli uomini indossano sempre il berretto (lo tolgono solo per dormire o in caso di lutto).

Libri sulla Namibia

La Namibia è un Paese estremamente affascinante. Uno di quei posti da visitare almeno una volta nella vita.
Se non sei mai stato nel “Continente Nero” e vuoi meglio comprendere il significato dell’espressione Mal D’Africa, leggi “Canto africano” di Federica Gazzani.
Per approfondire più nello specifico la conoscenza della Namibia, ti consiglio di leggere l’esperienza di Sergio Ferraiolo in Namibia: il bacio del deserto all’oceano: Racconto di viaggio di Sergio Ferraiolo”:
Se invece stai programmando un viaggio in Namibia (o addirittura lo hai già prenotato), “Savana: La Namibia raccontata da una guida” di Roberto Salvai e Robo Gabr’Aoun è uno strumento utilissimo per viaggiare lungo le piste ed i deserti del Paese ma anche uno spaccato realistico.

Articolo di Federica Ermete

Articolo precedenteDove Andare Quando, la guida per pianificare il viaggio perfetto in ogni mese dell’anno di Lonely Planet – Recensione
Articolo successivoVIAGGIO DI UNA PARIGINA A LHASA di Alexandra David Néel – RECENSIONE
Sotto il nome "Mappalibro" si radunano numerosi viaggiatori, blogger e professionisti del digitale che attivamente partecipano alla stesura di articoli e recensioni per questo portale. Trovi il nome dell'autore di questa recensione alla fine dell'articolo.