Kailasa
Dettaglio del tempio di Kailasa scavato nella roccia

Nel cuore dell’India, a Ellora, si trova un tempio capace di lasciare senza parole visitatori e studiosi: è il Tempio di Kailasa. A differenza degli altri 34 edifici del gruppo conosciuto come “Grotte dell’Ellora”, Kailasa fu costruito con una tecnica più unica che rara. Chi ha lavorato qui fece qualcosa di completamente nuovo: non scavò il tempio all’interno di una grotta, ma procedette in senso verticale, dall’alto verso il basso, costruendo il luogo di culto partendo da un unico enorme blocco di pietra. Un’opera così incredibili che a tratti fa dubitare che a fabbricarlo sia stato l’uomo!

Il Tempio di Kailasa scavato a mano in un’unica roccia

Sembra che il Tempio Kailasa fu costruito in meno di 20 anni alla fine dell’VIII secolo d.C. Per edificarlo furono rimosse dalla montagna circa 400.000 tonnellate di roccia: un lavoro incredibile se si pensa alle tempistiche, ma soprattutto alle tecnologie dell’epoca!

Il Tempio fu commissionato dal re Krishna I che voleva rievocare il Monte Kailash, la casa del dio degli asceti Shiva.

I costruttori, o meglio, gli intagliatori, iniziarono i lavori partendo dall’alto: l’unico modo per scavare quell’unico ed enorme blocco di pietra, infatti, era procedere in verticale.

Il Tempio è alto circa 33 metri e il cortile su cui si affaccia misura 82 m per 46 m: le sue dimensioni lo rendono uno dei templi più imponenti dell’India.
Un’opera misteriosa di cui si conosce ancora pochissimo: quali strumenti sono stati usati? Quale tecnologia avevano a disposizione per terminare un’opera di tali dimensioni in così poco tempo?

Il Tempio Kailasa ancora oggi è in grado di affascinare visitatori, studiosi e pellegrini che rimangono a bocca aperta davanti alla magnificenza di ogni angolo decorato di questo luogo sacro.

Libri da leggere sull’India

L’India affascina da sempre viaggiatori da ogni dove che partono alla ricerca di luoghi lontani, di una cultura diversa e di un senso di pace e spiritualità lontano dalla nostra quotidianità. Alcuni rimangono delusi, altri tornano cambiati, altri ancora decidono di restare.

Un viaggio in India è sempre una sfida e un’avventura e prima di partire ci sono alcuni libri che devono essere letti a ogni costo.

Io te ne propongo due che, secondo me, fanno parte di quei must che chiunque dovrebbe leggere per iniziare a capire questo Paese.

Il primo libro è Un altro giro di giostra di Tiziano Terzani. Questo libro è da molti considerato come il testamento del famoso giornalista. Terzani dopo aver scoperto di essere malato di cancro decide di partire alla ricerca di una qualche cura e soluzione. Il cammino che lo scrittore intraprende in India, tra villaggi sperduti, antichi ashram e piccole capanne sull’Himalaya si trasforma presto in un vero e proprio viaggio alla ricerca del Sé. Terzani cammina nella propria coscienza, prendendo il lettore per mano e invitandolo a fare lo stesso.

Il secondo libro che ho deciso di suggerirti è A piedi nudi sulla terra di Folco Terzani, figlio del famoso giornalista. Folco in questo libro sceglie di raccontare la storia del sahdu Baba Cesare conosciuto durante un viaggio in India. Baba Cesare è un italiano che ha lasciato un lavoro, una moglie e dei figli per votare la propria vita alla rinuncia. L’incontro con quest’uomo aprirà allo scrittore un mondo nuovo, difficile da comprendere per un occidentale abituato a possedere e desiderare molto più del necessario.

L’India ha la capacità di ricordare all’uomo che la sua forza e la sua storia non dipendono mai dagli oggetti posseduti, ma dal coraggio di fare gesti grandiosi!

Articolo scritto da: Selene Scinicariello.

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