Copertina del libro
Copertina del libro "La scienza in valigia" di Jacopo Pasotti

Che ti piace viaggiare già lo so, altrimenti non staresti leggendo questa recensione… Ma sei anche un tipo curioso? “La scienza in valigia” di Jacopo Pasotti è il libro perfetto per te. Un manuale per viaggiatori curiosi. Un libro ricco di aneddoti scientifici legati al tema del viaggio: dalla biodiversità al jet lag, dalla forza di coriolis ai fusi orari.

Il libro per il viaggiatore curioso

Quando comincia davvero un viaggio? Probabilmente nel momento in cui si sceglie la meta. Ma sei davvero sicuro di conoscerla per bene? E sotto tutti i punti di vista?

Quando si va in vacanza è altamente improbabile che uno si metta a guardare tutto con l’occhio di uno scienziato e, per certi versi, è anche giusto che sia così. La vacanza deve infatti essere un momento di riposo per staccare dalla routine. Ma per chi scienziato non è, ma ha l’anima curiosa, può risultare divertente scoprire alcune curiosità del nostro pianeta, e non solo.

“La scienza in valigia” risponde proprio a questi quesiti. Pasotti non ha scritto un trattato scientifico ma una sorta di “Focus”. Si è proposto di raccogliere tante curiosità, dai posti con le temperature estreme e quelli con la maggiore biodiversità, oltre che spiegare con parole abbastanza semplici, ad esempio, come fa un aeroplano a muoversi in mezzo all’aria. Il suo testo è perfetto per chi ha sete di scienza, curiosità e miti da sfatare.

Si tratta di spunti e curiosità che spaziano dalla tecnologia alla geografia, ma che riguardano anche il nostro modo di interpretare e immaginare il viaggio, qualunque siano meta, distanza e durata.
Jacopo Pasotti prepara le valigie e le riempie di tutto ciò che manca in una guida turistica.

“Scegliere dove, come, quando, le misure, i tempi, i rischi, fa parte del viaggio esattamente come il suo compimento. Con un po’ di arte, ma anche un po’ di scienza.”

I principali argomenti affrontati in “La scienza in valigia”

Viaggiare non è semplicemente spostarsi da un paese ad un altro, ma entrare in profondissimo contatto con un ambiente diverso da quello in cui viviamo tutti i giorni, che può, in altre parole, sia subire la nostra presenza, che rivelarsi – qualora non siamo preparati a quello che stiamo per affrontare – più ostico del previsto.

Il libro di Pasotti spiega come fare per “entrare in punta di piedi” e con rispetto nei luoghi che tanto abbiamo sognato.

Dalle spiegazioni meteorologiche ai consigli sul jet lag, dai viaggi possibili a quelli che non potrete mai fare, dai consigli per i viaggiatori solitari a quelli per chi preferisce catapultarsi nel caos di una megalopoli.

Ma anche tante domande dirette e ben specifiche: “Perché il tramonto ai tropici è un’illusione?”, “Perché le rotte degli aerei sulle mappe sono disegnate curve?”, “Perchè i neonati piangono prima di atterrare?”, ed ancora “Perchè il viaggio di ritorno è più breve?”

Pasotti si interroga anche su curiosità un po’ più profonde, del tipo: “Sulla terra esistono culture mai contattate?” oppure “Esistono luoghi inesplorati incontaminati?”

Senza dimenticare un accenno su come è cambiato il turismo nel corso dei decenni. L’autore stesso afferma “Se viaggiamo così tanto, se possiamo raggiungere in poche ore Nuova Delhi, è anche grazie alla scienza e alla tecnica”. Non a caso, prosegue, “il turismo è attualmente il mercato in maggior crescita, ed è destinato a crescere ulteriormente, a livello globale. Sopravvive a ogni crisi, cambia connotati, etichette, mete, slogan, formati e target, è in costante metamorfosi”.

E sul modo di vivere le tanto agognate ferie, c’è un interessantissimo capitolo di impronta sociologica intitolato “Dimmi dove abiti e ti dirò quante vacanze fai”.

Pasotti fornisce utilissimi suggerimenti in ambito medico-igienico-sanitario. E anche in questo caso, l’autore spazia da argomenti estremamente importanti come “Le Malattie tropicali” a ‘cosucce’ un poco più frivole, “Salviettine disinfettanti, le portate con voi?” passando per “I consigli per evitare disagi di… stomaco”.

Ampio spazio alle curiosità tecnologiche nel capitolo “La fisica del volo” dove puoi trovare chiara risposta a quesiti come “Perchè gli aerei volano così in alto?”, “Perchè alcuni aerei lasciano scie e altri no?”, “”Perchè le rotte aeree sono disegnate curve?”.

Paura di volare? “La scienza in valigia” viene in aiuto anche in questo, spiegando – sulla base di dati scientifici – quante sono le possibilità di un incidente ad alta quota, quale sedile scegliere per avere meno problemi, quale sia il momento più critico del volo e tanto altro, in modo da aiutare a razionalizzare questa diffusa fobia.

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Viaggiare sostenibile

La seconda parte del libro è dedicata al “Viaggiare sostenibile”, argomento tanto delicato quanto importante.

Inutile negarlo, ovunque andiamo, in qualche modo, lasciamo il segno. Pasotti stesso lo dice a inizio capitolo: “viaggiare senza inquinare è impossibile”.
Il viaggio sostenibile è forse solo quello fatto a piedi, poco lontano da casa.
Ma non tutto è perduto. “La scienza in valigia” spiega come possiamo fare per ridurre la nostra impronta ed entrare in case e paesi in punta di piedi anziché attraversarli come bulldozer. È solo questione di mitigare l’impatto.

Sono infatti tante le accortezze che si possono mettere in atto per nuocere di meno sull’ambiente. A partire dalla valutazione del mezzo più green per muoversi basandosi su parametri quali l’emissione di CO2 e la distanza da percorrere.

“La scienza in valigia”, com’è strutturato

Come ho detto da principio, “La scienza in valigia” è strutturato come un manuale. Non è da leggere per forza in maniera consecutiva e consequenziale. Si può far scorrere l’indice e scegliere l’argomento che interessa/incuriosisce ed andare direttamente a quel determinato capitolo.

Ogni capitolo è a sua volta suddiviso in paragrafi ben evidenziati con una grafica chiara e facilmente intuibile.

Non mancano, specie per gli argomenti più complessi (come i concetti di fisica e meteorologia)

schemi, grafici e tabelle che riassumono i concetti esposti nel testo rendendoli più chiari e di più immediata comprensione.

I focus di approfondimento sono infine messi in risalto da cornici e sfondi che li rendono chiaramente identificabili.

Recensione di Federica Ermete

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