Profondo, commovente e delicato: L’imprevedibile viaggio di Harold Fry di Rachel Joyce è un libro capace di far riflettere sulla quotidianità, sulle abitudini di ognuno di noi, sulle scelte che abbiamo preso in passato e su quelle che prendiamo ogni giorno.
Mentre le pagine del romanzo scorrono velocemente, il viaggio di Harold procede lentamente, lasciando il tempo a sé stesso e al lettore di guardarsi dentro e di interrogarsi.
Il viaggio in Inghilterra raccontato in questo libro è solo un pretesto per un percorso introspettivo alla ricerca di risposte, ricordi e di una felicità che spesso viene accantonata in angoli bui delle nostre case, in parole mai pronunciate e in sguardi silenziosi.
C’è un po’ di Harold in ognuno di noi ed è per questo che il libro di Rachel Joyce riesce a colpire così tanto. Le paure e i timori del protagonista sono anche i nostri. Rimpianti e dubbi attanagliano la vita di chiunque. E il tempo per rimediare agli errori sembra sempre essere troppo poco. Per questo l’imprevedibile viaggio compiuto da Harold è capace di smuovere la coscienza del lettore.
L’imprevedibile viaggio di Harold Fry: un viaggio a piedi attraverso l’Inghilterra
Harold Fry è un comune pensionato inglese che vive nel sud del Paese. La sua vita scorre tra i muri di una casa di campagna che condivide con Maureen, la moglie con cui ormai da anni non parla più veramente.
Harold si è rassegnato alla sua vecchiaia, alle incomprensioni con la donna che un tempo amava più di ogni altra cosa al mondo e all’enorme dolore che con lei condivide. Trascina la sua esistenza senza realmente viverla.
Un giorno, però, arriva una lettera da una donna che ormai non vede da 20 anni: Queenie Hennessy, amica e collega di quella che ormai sembra una vita fa, sta per morire e scrive per dirgli addio.
Il protagonista del libro di Rachel Joyce è scosso, non sa come reagire, vorrebbe trovare le parole per rispondere a quella lettera, ma fa fatica. Alla fine opta per qualche riga di circostanza ed esce di casa per recarsi alla buca delle lettere.
Harold Fry non si ferma alla prima cassetta postale, non lo fa alla seconda e neanche alla terza. Harold continua a camminare. Il suo imprevedibile viaggio attraverso l’Inghilterra inizia così.
Procedendo ai bordi delle strade, al fianco dell’anziano uomo, si srotolano la campagna inglese, le cittadine dell’Inghilterra centrale, sentieri nascosti e carreggiate trafficate. Sopra di lui il sole, la pioggia o la luna. Mentre dentro di lui si accavallano ricordi, dolori, paure e rimpianti, ma anche speranza, determinazione e una nuova, incredibile voglia di conoscere e fare cose nuove.
Harold ha promesso a Queenie che sarebbe andato da lei, a Berwick, e lo avrebbe fatto a piedi: lei avrebbe dovuto “solo” continuare a vivere. Con questa speranza il pensionato continua a camminare per 87 giorni, per più di 1.000 chilometri.
Camminare per ritrovarsi: un viaggio in Inghilterra indossando scarpe di tela
Il viaggio di Harold è un viaggio improvvisato e inaspettato. Il protagonista non è un camminatore professionista e nulla di lui è pronto all’impresa che ha deciso di compiere. I suoi abiti non sono adatti: è uscito in camicia e cravatta e con addosso semplici scarpe di tela. Il suo fisico non è preparato e dopo pochi giorni i dolori invadono il suo corpo e diventano insopportabili. La sua mente non è abituata a ritrovarsi libera di esplorare ricordi e memorie. Tutto ciò rischia di fermare Harold più di una volta.
Nonostante tutto il pensionato riesce ad andare avanti. Attraversa prati, colli, piccole città di provincia e assapora la campagna inglese, quella in cui viveva, ma che fino ad allora non aveva mai apprezzato veramente.
Le sue scarpe di tela si consumano, i piedi sanguinano e fanno male, ma Harold non si ferma. Qualche volta vacilla e si accorge che i ricordi sono il dolore più inaspettato di tutti e che sono loro a costituire il vero ostacolo da superare durante il percorso. Nonostante ciò continua a camminare perché Queenie lo aspetta.
Insieme alla strada il cammino di Harold fronteggia i suoi rimpianti, i suoi errori e i suoi rimorsi: rivede lui e sua moglie ridere a crepapelle durante il primo incontro e si interroga su che fine hanno fatto qui sorrisi, ormai spazzati via da occhiate gelide e dolori mai espressi.
Harold incontra continuamente nuove persone durante il suo tragitto: persone gentili che lo aiutano, uomini che hanno bisogno di essere ascoltati e donne che aspettano qualcuno che non arriverà mai. Harold cammina da solo e in compagnia, mentre a casa Maureen lo segue attraverso una mappa appesa in cucina. Il dolore lascia spazio, a poco a poco, alla comprensione.
Harold non crede veramente in un Dio, ma ha fede in qualcosa di diverso: ha fiducia in sé stesso e negli altri. Harold ha fede nella fede! È qualcosa di talmente grande che si fa fatica a capirlo, ma in ogni pagina del libro Rachel Joyce è in grado di far percepire questo sentimento puro e meraviglioso al lettore che non può che stupirsi e rimanerne affascinato. Anche il protagonista del libro rimane stupito dai suoi stessi gesti, se ne meraviglia e riesce a mettere in discussione l’intera esistenza vissuta fino ad allora: riscopre valori ed emozioni e ha il coraggio di riprendere in mano la propria vita.
L’imprevedibile viaggio di Harold Fry di Rachel Joyce è un romanzo che smuove le coscienze, che aiuta a riflettere e che porta a interrogarsi su noi stessi e sulle nostre priorità. È un libro semplice e una storia scorrevole che merita di essere letta. È un inno all’amore e all’amicizia. Quella di Harold Fry è una storia ricca di speranza.
Recensione di: Selene Scinicariello.