Certi viaggi interiori sono molto più affascinanti di quelli che si concretizzano in grandi esplorazioni. Soprattutto se a compierli è Omar Di Felice , autore del libro Pedalando nel silenzio di ghiaccio : la storia di un ragazzo un pò imbranato che, grazie al ciclismo, diventa un’icona di resilienza, capace di imporsi sui propri limiti fisici e mentali, facendo delle condizioni meteo più estreme il proprio punto di forza.
OMAR: L’ESPLORATORE DEI LIMITI UMANI
Il libro di Omar Di felice ti cattura già dalla copertina: la totalità di quel bianco che avvolge quell’uomo in bici tra la neve è una cornice surreale che non può che incantare chiunque si ritrovi il libro tra le mani, spingendolo a tuffarsi immediatamente tra le pagine, per scoprire quali imprese, emozioni e grandi ostacoli si celino dietro a quella foto dal potere ipnotico.
Un’immagine che, al di là del fatto che chi legge possa amare il ciclismo o meno, fa venir voglia di essere proprio lì, tra la neve, insieme al protagonista, ancora prima di aver iniziato la lettura della sua storia.
Pedalando nel silenzio di ghiaccio è un libro che ha dentro tanto cuore e una passione tenace, granitica. Proprio gli stessi elementi che hanno sempre mosso Omar nella sua incredibile crescita di uomo e di campione.
Ecco perché a fine lettura avrai addosso la sensazione di essere stato il protagonista di uno sprint al cardiopalma, tale è il pathos che alcune pagine sono in grado di regalare, grazie al racconto coinvolgente dei momenti nei quali Omar riesce a superare i suoi limiti umani tagliando traguardi impensabili.
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PEDALARE VERSO I PROPRI SOGNI
Conoscere Omar, attraverso la lettura del suo libro , mi ha regalato un grande insegnamento e la possibilità di rivalutare determinate convinzioni.
La narrazione che viene fuori in Pedalando nel silenzio di ghiaccio regala il ritratto di un ragazzo che compie il classico Viaggio dell’eroe, quello che bisogna affrontare per scovare tutto il potenziale che si nasconde dentro ognuno di noi e che permette di raggiungere l’autorealizzazione.
A rendere tutto più avvincente, però, è il fatto che questo viaggio il nostro eroe lo compie in sella ad una bici.
Èd è un viaggio costantemente in salita, dove il protagonista all’inizio resta spesso indietro, sconfitto da una timidezza che lo spinge a restare in ombra per non dover stare in mezzo agli altri o per evitare quegli eventi che lo metterebbero a nudo davanti a molte persone.
Omar è un adolescente fortemente schivo e solitario. Ha una forte carica vitale e tanta voglia di mettersi alla prova, ma prima di incontrare il ciclismo sembra non riuscire a trovare uno sport che gli permetta di incanalare il suo potenziale aggirando la sua invalidante introversione. Gli sport di gruppo non fanno per lui, è così che prova a darsi al nuoto, ma con scarsi risultati. Una cosa, però, lo rende libero e felice: passare i pomeriggi a pedalare su e giù per le strade della città di Nettuno. Un passatempo da bambino che presto, però, diverrà una passione intensa che metterà al centro della sua vita.
È così che, cavalcando l’onda emotiva che la sua ammirazione per un Pantani in ascesa gli procurava, Omar entrerà nella Ciclistica Nettunese e comincerà a gareggiare, nonostante il malcontento dei genitori.
La bicicletta diverrà la sua migliore alleata e trasformerà quel ragazzo timido e impacciato in uno sportivo ribelle e ostinato, sempre pronto a spingere i propri limiti più in là.
VIAGGIO IN SELLA NEL PROFONDO ARTICO
Bicicletta, curiosità per la montagna e tenacia: questo il mix vincente che nel giro di qualche anno ha portato Omar a diventare un campione di Ultracycling fenomenale. Un caso unico e raro, grazie alla sua capacità di dare il massimo proprio nei momenti in cui le condizioni meteo farebbero ritirare qualunque atleta dalla gara in corso.
Vento, neve, ghiaccio, i peggiori eventi atmosferici diventano interruttori capaci di accendere nel protagonista una forza ultra-umana, frutto di un’incredibile disciplina mentale che s’impone sul fisico a proprio piacimento.
E il grande pregio del libro è proprio quello di farti sentire sulla pelle tutte le sensazioni che Omar sperimenta, dalla notte prima di salire in sella, fino al taglio del traguardo.
Ecco perché il racconto della sua spedizione al Polo Nord è epico e coinvolgente: una narrazione adrenalinica che ripercorre l’impresa di un uomo che è stato il primo a pedalare per 1300 km lungo l’Artic Highway, una pista ghiacciata nell’estremo artico canadese, formata dal congelamento del fiume McPherson, con temperature che scendono sotto i 32°. Una sfida che, come tutte quelle che Omar affronta lungo il suo percorso, ricorda a ognuno di noi che i limiti non sono barriere davanti alle quali fermarsi, ma paletti da spostare ogni giorno un pò in più in là.
Recensione di Gabriella Ferracane