Copertina del libro
Copertina del libro "Sola in Alaska. Viaggio nelle terre del lungo inverno” di Ulrike Raiser

Come ti immagini l’Alaska? Ulrike Raiser, con il suo libro “Sola in Alaska. Viaggio nelle terre del lungo inverno”, ci accompagna in questa terra estrema. Scoprirai che l’Alaska non è solo quella terra inospitale fatta di freddo e ghiaccio. Tra piccole gioie, disavventure e anche divertenti imprevisti, in questa sorta di diario di viaggio, l’autrice-protagonista ci racconta il suo viaggio in Alaska alla ricerca di esperienze nuove, animali da fotografare e paesaggi da ammirare. Un luogo che le ha permesso anche di fare profonde riflessioni, come donna e come viaggiatrice.

“L’Alaska è lo spazio, uno spazio immenso che si mostra in tutta la sua meravigliosa e maestosa grandezza perché la natura la fa ancora da padrona e l’uomo non è riuscito, o non ha voluto, rubarle terreno.”

“Sola in Alaska. Viaggio nelle terre del lungo inverno” di Ulrike Raiser: un viaggio in solitaria in una meta inusuale

Spinta da una incontenibile curiosità e tanto entusiasmo, Ulrike Raiser, giovane piemontese, decide di partire da sola alla volta dell’Alaska. Unici compagni di viaggio: 12 kg di zaino e una macchina fotografica. Attraversando il Paese da sud a nord, l’autrice ci porta a scoprire una terra particolare, fredda e dagli spazi immensi. Ma non solo. L’Alaska, infatti, è anche foreste incontaminate, aquile che volteggiano silenziose, panorami mozzafiato, case sperdute nel nulla e souvenir decisamente strambi. Senza dimenticare gli emozionanti incontri con gli orsi e l’avvistamento di balene.

“Sola in Alaska. Viaggio nelle terre del lungo inverno” è il racconto di un’esperienza di viaggio – comprensivo anche di imprevisti tragi-comici – che va al di là di una mera guida turistica perché ti porta a scoprire e ad approfondire aspetti di solito mai trattati nelle guide di viaggio.

Sicuramente ti starai chiedendo come possa essere venuto in mente ad Ulrike Raiser di fare un viaggio in Alaska. Eppure, è una meta che attira decine e decine di persone. Alcuni addirittura decidono di trasferircisi.

A condurre l’autrice di “Sola in Alaska” verso il nord estremo, il desiderio profondo di vedere gli orsi ma anche la curiosità di scoprire chi sono gli alaskani e come vivono, come si divertono e come affrontano i lunghi inverni, ed ancora, come si vestono e quale rapporto hanno con una natura così selvaggia.

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“Sola in Alaska. Viaggio nelle terre del lungo inverno” di Ulrike Raiser: un libro di viaggio che offre tanti spunti di riflessione

Ulrike Raiser spiega che l’Alaska – “libertà assoluta” – è il luogo ideale per mettersi in contatto con sé stessi e con una natura selvaggia e incontaminata. In “Sola in Alaska” ci sono infatti molti passaggi in cui l’autrice fa profonde riflessioni sul senso del viaggiare, sulle differenze tra i paesi e sui differenti modi di vivere, nonché su quanto sia difficile oggigiorno il contatto con la natura. In Alaska, ad esempio, è la natura a farla da padrona e si vive con tempi ben diversi da quelli a cui noi siamo abituati. In Alaska, la natura “predomina, e di molto. La natura sovrasta la presenza umana, del tutto irrisoria”. Qui, la natura disegna la geografia fisica ma detta anche i rapporti sociali e i comportamenti umani.

Nei miei giorni alaskani ho vissuto un’esistenza diversa. Anzitutto non si corre ed è stata proprio la maestosità della natura a farmi rallentare”.

Non mancano poi riflessioni anche sul tema del viaggio in solitaria, scelta che per molti può sembrare difficile ma che, però, porta l’uomo a un tipo di solitudine che lo apre a se stesso e agli altri.

Alaska: una terra piena di contraddizioni

Da quanto scritto finora, potrebbe sembrare che l’Alaska sia il posto più bello del Mondo perché immerso in una natura ancora allo stato incontaminato che detta i ritmi di tutto e di tutti. Senza dimenticare che si tratta anche dello Stato con il PIL procapite più alto degli USA. Nonostante tutto ciò, l’Alaska non è esente da contraddizioni. Quotidianamente c’è da fare i conti con problemi quali deforestazione, alcolismo, suicidi, persone scomparse e incidenti aerei… Basti poi dire che la SAD – disturbo affettivo stagionale – è la forma di depressione tipica di questi luoghi. D’altra parte, “vivere in un posto del genere non è solo fascino, ma è anche fatica e freddo e buio”. Chi decide di trasferirsi in Alaska, non va nelle città, “ma si perde nel nulla, sfidando la propria resistenza. E chi rimane sposa e adotta una filosofia di vita pura e naturale”. La vita in Alaska è una vita al limite della sussistenza, che implica un’idea della caccia ben diversa dai concetti di sport e divertimento.

Nonostante ciò, l’autrice ha trovato gli alaskani un popolo gentile, caloroso ed accogliente, seppur rispettoso e mai invadente. Tutti dimostrano una spiccata capacità di arrangiarsi e di convivere con questa natura splendida ma non sempre ospitale.

Anche riguardo a ciò, Ulrike Raiser conclude con una profonda riflessione: “qui la vita è proprio solo semplicità e fatica. E soddisfazione, nella semplicità, ma noi siamo troppo complicati per capirlo a fondo”.

Recensione di Federica Ermete

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