Copertina del libro "Sulle strade del Kenya. Una mzungu tra le contraddizioni dell’Africa" di Diana Facile
Copertina del libro "Sulle strade del Kenya. Una mzungu tra le contraddizioni dell’Africa" di Diana Facile

Un viaggio zaino in spalla, in solitaria e low cost: Sulle strade del Kenya. Una mzungu tra le contraddizioni dell’Africa di Diana Facile nasce dall’esperienza che l’autrice ha vissuto nel 2018 in Africa Orientale.

“[…] in Africa possono mancare l’acqua, il cibo e i servizi essenziali, ma l’umanità, quella, non manca.”

Una mzungu sulle strade del Kenya

Diana è una tosta. E non lo dico solamente perché la conosco.

Che Diana sia una forza della natura lo raccontano i suoi viaggi, la sua voglia di mettersi in gioco in continuazione e la sua decisione di trasformare il lavoro part – time in un impegno di soli 5 mesi per dedicare il resto del tempo alla sua più grande passione, il viaggio.

Nel 2018 Diana parte per trascorre circa 3 mesi in Africa Orientale e in questo libro racconta con semplicità e franchezza la sua esperienza in Kenya, un Paese che ha saputo mettere a dura prova i suoi sentimenti.

Dopo aver esplorato in passato l’Africa occidentale, La Globetrotter (è così che l’autrice è conosciuta sul web grazie al suo travel blog) arriva in Kenya e capisce immediatamente che questo Paese è diverso dal resto del Continente esplorato fino ad allora.

Il Kenya, infatti, nonostante sia uno dei Paesi africani più turistici in assoluto, è anche uno dei meno adatti a un backpacker. Ci vuole pazienza e spirito di adattamento, ma è soprattutto con le relazioni che Diana si trova in difficoltà.

Solamente quando si allontana dalla costa e dalle località turistiche di Diani e Malindi, lasciando alle sue spalle gli insistenti beach boys, la viaggiatrice riesce a ritrovare la serenità e lo spirito del viaggio.

Diana è una mzungu, termine che in Africa Orientale indica i bianchi, e lo sa. È consapevole che questo porta con sé connotazioni negative, tanto quanto positive. Non si aspetta, però, tutte quelle difficoltà a interagire con i locali durante la prima parte del suo viaggio.

I bianchi che arrivano sulla costa del Kenya sono visti, infatti, come “polli da spennare” e Diana, in difficoltà a creare relazioni e contatti genuini con le persone del posto, non nega il suo sconforto tra le pagine del libro.

Il viaggio, però, è proprio questo: sbagliare, cambiare e crescere.
Allontanandosi dalle rotte turistiche, si immerge in un altro Kenya fatto di bellezze naturali e di persone meravigliose.

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Kenya: bellezze e contraddizioni

Diana si muove attraverso il Kenya a bordo dei famigerati matatu, minibus dove si viaggia stipati all’inverosimile. Da Mombasa alle spiagge di Malindi e Diani, per spingersi, poi, fino al Parco Nazionale dello Tsavo, alla Foresta di Kakamega e all’isola di Rusinga sul Lago Vittoria.

Scappa dagli insistenti beach boys, si scontra con autisti e persone che la vedono semplicemente come una mzungu di cui approfittare, si commuove davanti alla schiettezza di un ragazzino che le chiede da mangiare, si emoziona davanti alla fierezza degli animali dello Tsavo e si sente a casa tra le persone che la ospitano una settimana in un piccolo villaggio della Kakamega Forest. L’autrice racconta il suo viaggio, i luoghi che vede e le sensazioni che prova.

Il suo stile semplice e diretto non si perde in giri di parole, ma arriva dritto al punto e al cuore del lettore. È così che ci si ritrova a scoprire bellezze e contraddizioni del Paese africano nei piccoli gesti e nella quotidianità.

Sguardi, sorrisi e umanità: emozioni di un viaggio zaino in spalla

Sulle strade del Kenya è un libro che suggerisco agli amanti dell’Africa, ma anche alle persone che, come me, non hanno mai messo piede nel continente africano. L’autrice, infatti, con aneddoti, storie di incontri e racconti sulle abitudini locali, riesce a trasportare chi legge nel cuore del viaggio tra i luoghi descritti. Anche questo Paese, allora, entra nella lista dei desideri dei luoghi da visitare prima o poi!

Diana viaggia in solitaria e con uno zaino in spalla, si mescola alla gente, dorme con le persone locali, cerca di vivere ogni giorno per quello che è, senza troppi programmi e preoccupazioni. Il viaggio diventa il modo per riabbracciare il proprio spirito nomade, per crescere sempre un po’ di più, per abbandonare i pregiudizi, conoscere persone dalle abitudini differenti e con loro mettersi in gioco.

Il libro rispecchia Diana e il suo modo di viaggiare e il risultato non poteva che essere un diario di viaggio in cui le emozioni vere e autentiche diventano protagoniste.

Il Kenya si svela attraverso gli occhi e le impressioni dell’autrice che lascia spazio a pensieri e riflessioni proprio come farebbe con un amico. E questo è, secondo me, il valore aggiunto del libro. Ogni cosa, ogni luogo, ogni persona è fatta di sfumature e contraddizioni e il viaggio ci insegna ad apprezzarle.

Recensione di Selene Scinicariello.

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