Copertina del libro
Copertina del libro "The Journey of Joy - Asia” di Alberto Cancian

The journey of joy – Asia è un libro per viaggiare, ma soprattutto per chiederti se sei felice. Attraverso luoghi ed esperienze straordinarie, infatti, l’autore Alberto Cancian compie un viaggio che riflette la propria geografia interiore, la quale ha una sola destinazione: la felicità. Quella che tutti cerchiamo, ma per la quale spesso non troviamo le giuste coordinate. Ecco perché scoprire come ci è riuscito il protagonista potrebbe ispirare anche te.

“Mentre vedevo quei corpi ardere, il fumo bianco che si librava nell’aria alleggerì miracolosamente anche la mia vita, donandomi una consapevolezza nuova, della quale sarò sempre grato; un perché svelato che non doveva rimanere mio, ma che andava condiviso”

VIAGGIARE PER TROVARE LA FELICITÀ

Al mondo ci sono partenze e ci sono viaggi. La differenza sta nel fatto che le prime ti spostano da un punto all’altro, mentre i secondi spostano qualcosa dentro di te, plasmano la tua interiorità. Alberto Cancian questo lo sa bene e lo racconta in un libro che è il sequel del precedente The journey of joy – Amazzonia , altro libro con cui l’autore ha scalato le classifiche della letteratura di viaggio per settimane.

Quello raccontato dall’autore è un viaggio in solitaria, zaino in spalla, nato come risposta alla necessità vitale di rituffarsi in quel flusso, già sperimentato in Amazzonia, dove aveva provato un forte senso di connessione con la Terra e i popoli: una condizione di armonia che gli aveva mostrato il vero volto della felicità; un volto che desiderava incontrare di nuovo.
Ecco perché decide di partire per l’ Asia , terra dove sente di poter ritrovare quella gioia incontenibile che tutti possono sperimentare, se allineati con il proprio cuore.

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DALLA THAILANDIA ALL’INDIA, SULLA STRADA DELLA GIOIA

Una delle lezioni da trarre dalla lettura di The journey of joy – Asia è che ogni luogo ha qualcosa da insegnarci, un nuovo paio di lenti da offrirci per guardare il mondo con occhi nuovi, da punti di vista mai considerati.

Il viaggio di Alberto parte dalla Thailandia. Qui l’autore realizzerà uno dei suoi sogni, visitando le famosissime Phi Phi Islands, rese celebri dal film The beach, con Di Caprio.
Le pagine dedicate a questi luoghi sono come cartoline che ci mostrano le meraviglie del Mar delle Andamane, tra spiagge sconfinate, acque cristalline, faraglioni e scogliere mozzafiato.
Segue la tappa in Cambogia, con i villaggi colmi dei sorrisi degli abitanti locali e i meravigliosi templi del sito archeologico di Angkor.
La sete di scoperta, però, è insaziabile e il viaggio continua con una sosta in Vietnam, prima di spostarsi poi nel Laos.
La tappa in Birmania, invece, parte dalla cittadina di Yangon e per il protagonista rappresenta un’altra crocetta da aggiungere sulla lista dei sogni che si realizzano. La sua più grande fortuna è quella di poter viaggiare lì nel novembre 2015, momento storico in cui la Birmania si era liberata del regime dittatoriale che la dominava dal 1962, aprendosi così agli stranieri che si trovano davanti un luogo autentico, non ancora fagocitato dal turismo di massa.

I racconti presenti nel libro sono come vecchie Polaroid, che ritraggono perfettamente i luoghi caratteristici, le persone che hanno lasciato un segno nel protagonista e i momenti speciali.
Il racconto della visita alla Shwedagon Pagoda regala atmosfere, colori e profumi, così vividi da poterli quasi sentire. Si respira quella tipica armonia incorrotta, che solo un luogo come uno stupa buddhista può donarti. In questo caso si tratta, infatti, della pagoda più sacra per i birmani, alta 98 metri e all’interno della quale si conservano le reliquie di quattro Buddha. Un luogo costellato da decine di templi e piccoli altari, sui quali ogni giorno migliaia di fedeli rendono omaggio, con le loro offerte.

Seguono le colazioni nelle tea houses, famose per le sedie e i tavoli minuscoli, i mercati con i baretti e le bancarelle sgangherate, spesso caratterizzate semplicemente da sacchi di plastica stesi per terra, sui quali vengono adagiati cibi dalla dubbia provenienza. Un mix di situazioni che mettono Alberto Cancian alla prova, sbattendogli in faccia quel cortocircuito culturale che, solo se scevro da giudizio, può trasformarsi in un’esperienza che arricchisce.

Tra le pagine più belle ci sono anche quelle dedicate alla tappa in India. Da Calcutta a Varanasi, dal Taj Mahal all’Holi festival, da Delhi al Rajasthan, Alberto continua a fare quello che gli riesce meglio: aprirsi agli altri, incontrare la gente del posto, grazie alla mediazione delle missioni, del volontariato e dei centri che sostengono i bisognosi.

NEPAL: LA TAPPA DELLA RIVELAZIONE

Il percorso dell’autore trova il suo culmine in un monastero tibetano di Kathmandu.
Questo sarà il luogo dove, durante un ritiro meditativo, scoprirai insieme al protagonista il senso del viaggio e lo svelarsi di quella felicità tanto ricercata. Una scintilla che, come un seme, vive dentro a ogni cosa, esattamente come la sofferenza. Sta all’essere umano scegliere quale dei due trarre da ogni esperienza della vita.
È a quel punto che ci si rende conto che spesso la felicità ci viaggia accanto fin dall’attimo nel quale si decide di partire.

Recensione di Gabriella Ferracane

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