Copertina del libro
Copertina del libro "Volevo solo camminare. Un passo alla volta sul Cammino di Santiago alla scoperta di un mondo che non immaginavi" di Daniela Collu

Ti affascina l’idea di percorrere il cammino di Santiago ma pensi di non essere adatto? La recensione del libro Volevo solo camminare di Daniela Collu ti aiuterà a capire che… il cammino è per tutti, basta semplicemente volerlo!

Ce l’avevo fatta, come avevo solo potuto pensare di non riuscire ad arrivare alla fine? Come avevo potuto pensare questo di me per così tanti anni?

La storia di Daniela Collu raccontata in Volevo solo camminare

Daniela Collu è una conduttrice televisiva e speaker radiofonica; forse la ricorderai a Strafactor o alle sue conduzioni su Rai 2 o TV8. Daniela è una di quelle donne a cui, probabilmente, una cosa come il cammino di Santiago non verrebbe mai in mente; una donna di città, di relazioni, di aperitivi, di shopping, di televisione. Con Volevo solo camminare, Daniela Collu rompe questo pregiudizio: con tanta ironia e simpatia, in uno stile di scrittura leggero e informale, racconta della sua decisione, non particolarmente pensata né organizzata nei minimi dettagli, di partire per il cammino di Santiago. Tutto nasce da una sorta di vocina interiore che le intima di alzarsi dal divano e uscire; Daniela decide una buona volta di incoraggiarla… “E nell’incoraggiarla forse ho esagerato perché mi sono ritrovata a partire con uno zaino e delle orribili scarpe da trekking, per 360 chilometri da León a Santiago de Compostela, completamente da sola”.

Inizia così l’avventura. Daniela la chiama proprio così: un’avventura, un’esperienza diversa da qualsiasi cosa si potrebbe mai fare nella vita. Per lei (e per le persone che la conoscono) suona strana ma, in realtà, partire per il cammino di Santiago è un po’ come scegliere una strada, abituarsi alla fatica che comporta e cercare in essa ciò che può andar bene per noi: non è, forse, quello che cerchiamo di fare sempre nella vita? Il cammino diventa quindi una metafora, un percorso fuori dall’ordinario, ma parte integrante della vita stessa. Daniela, infatti, dice: “Io volevo solo camminare. E volevo farlo restando fedele a me stessa e al mio modo di vivere, non volevo che fosse una parentesi altra, volevo che questo viaggio somigliasse a me e io volevo somigliare a lui”.

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Volevo solo camminare di Daniela Collu: gli insegnamenti del cammino

“Ecco, il cammino mi ha regalato uno spazio di felicità che prima credevo non esistesse. Ero stata molto felice in passato […], ma quella di Santiago era una felicità nuova: piena, ariosa, fisica, sofferta, saziante, che lasciava uno strascico lungo e persistente, come un profumo che resta nell’aria”. Quando leggi Volevo solo camminare di Daniela Collu, questa “felicità da cammino” la senti anche un po’ tua: senti che dev’essere davvero così, perché semplicemente non può essere altrimenti.

Il cammino ti mette alla prova in mille modi, e Daniela li racconta tutti: dalla preparazione iniziale all’adrenalina, dai primi errori da principiante alle cimici da letto, dalle tendiniti che ti fanno gonfiare le caviglie come palloni fino alla nostalgia del ritorno a casa. Eppure, quello che resta alla fine di questo libro è un sentimento positivo: il cammino di Santiago è soprattutto questo. Daniela impara a riconnettersi con la natura, in un rapporto che aveva perso: “mi sono ricordata cos’è il silenzio, che rumore fa il vento e quanto chiacchierano gli uccelli”. Daniela scopre anche di non essere così poco meritevole come la sua Sindrome dell’Impostore le ha sempre fatto credere: passo dopo passo, si rende conto della sua forza, del suo coraggio, della sua capacità di farcela da sola. Ma soprattutto, quello che Daniela ha imparato e che Volevo solo camminare rivela è la capacità di tutti noi di adattarsi: alla natura che circonda il cammino, alla pioggia, alle difficoltà, al ritmo delle persone con cui si decide di camminare. Il cammino di Santiago regala la capacità di “accogliere la realtà senza trasformarla, una volta tanto. E solo quando ti abbandoni al cammino, allora ritrovi le fila del tuo discorso, qualunque esso sia”.

Le storie e gli incontri che fanno il cammino

Anche se nasce da una partenza in solitaria, Volevo solo camminare di Daniela Collu racconta in realtà di rapporti umani straordinari, nati proprio lungo la strada verso Santiago. Per gran parte del tempo, Daniela vive la sua avventura in compagnia di cinque ragazzi, con i quali costruisce in pochi giorni un’amicizia fuori dal comune e indimenticabile. Il cammino ci insegna che, insieme alle altre persone, possiamo fare qualsiasi cosa. Sul cammino tutte le persone sono ottimiste e fiere di ciò che fanno, e tutte le loro storie sono interessanti; tutti valgono la pena di essere ascoltati, tutti si aiutano a vicenda perché è forte la condivisione di un percorso comune.
Oltre al suo gruppo di amici, Daniela incontra molte altre persone: l’incontro che mi ha colpito è quello con Domenico e Vittorio, due signori di 70 e 76 anni, uno cieco e l’altro la sua guida. Ecco cosa possiamo trarre dalla loro storia, e dalla lettura di Volevo solo camminare: “vuoi farlo? Fallo. Se si riesce ad applicare questa regola banale a tutto, si trova la felicità. Non cercare scuse, non ti nascondere nella paura di non riuscire a farcela, non farti bloccare dalle difficoltà e dall’incapacità. Fallo, e vediamo che succede”.
Recensione di Agnese Sabatini

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