Copertina del libro
Copertina del libro "Buonanotte, Signor Lenin" di Tiziano Terzani

Buonanotte, Signor Lenin di Tiziano Terzani non è solamente un diario di viaggio, ma non è neanche un semplice libro sulla caduta dell’URSS. Il romanzo del giornalista italiano, autore, tra gli altri di Un indovino mi disse e Un altro giro di giostra, è un vero e proprio resoconto della fine di un’epoca storica. Terzani, con il suo reportage, scatta un’autentica fotografia dello sgretolamento del gigante che stava dietro alla cortina di ferro e porta sotto gli occhi del lettore tutte le conseguenze che questo crollo porta con sé.

È l’Agosto del 1991 quando alla radio viene data la notizia del putsch contro Gorbacëv. Tiziano Terzani si trova sulla Propagandist, una nave che scivola lungo il corso del fiume Amur, tra Russia e Cina, intenta a trasportare un convoglio di giornalisti alla scoperta di quelle terre lontane dove i rapporti tra i due Paesi comunisti appaiono comunque velatamente tesi.

Terzani abbandona quella spedizione spinto dalla curiosità per andare a osservare con i propri occhi uno dei momenti più drammatici e importanti della Storia Contemporanea.

Buonanotte, Signor Lenin potrebbe essere un reportage lungo e noioso, ma lo stile di Terzani, il suo occhio critico e il suo leggero tocco d’umorismo, rendono la lettura sempre scorrevole e piacevole. Il lettore si ritrova immerso negli avvenimenti di quei giorni, incontra anche lui le persone con cui dialoga il giornalista italiano, può percepire davvero i sentimenti che attanagliano le popolazioni incrociate da Terzani ed è spinto dalla voglia di continuare a leggere e, soprattutto, di approfondire quella Storia che appare lontana, ma che in realtà è proprio lì, dietro l’angolo.

“I fiumi mi han sempre attirato. Il fascino è forse in quel loro continuo passare rimanendo immutati, in quell’andarsene restando, in quel loro essere una sorta di rappresentazione fisica della storia, che è, in quanto passa. I fiumi sono la Storia.”

Buonanotte, Signor Lenin di Tiziano Terzani: un viaggio fino alla fine dell’URSS

È il 19 Agosto del 1991 quando un golpe, poi fallito, depone Gorbacëv, l’allora Segretario Generale del Partito Comunista dell’Unione Sovietica.

Tiziano Terzani sta partecipando a una spedizione sovietico – cinese per giornalisti lungo il fiume Amur. Non ci pensa due volte e decide di abbandonare i compagni per andare a osservare con i suoi occhi quello che sta succedendo in un momento storico delicato e memorabile. Terzani, però, non fa quello che tutti si aspetterebbero: non parte per Mosca. Il giornalista, infatti, decide di recarsi in quelle Repubbliche (ex) Sovietiche ai confini di quel mondo che in quel preciso istante ha iniziato a sgretolarsi.

Terzani attraversa così la Siberia, il Kazakistan, l’Uzbekistan, il Kirghisia, il Tajikistan, il Turkmenistan, l’Azerbaigian, la Georgia e l’Armenia prima di arrivare, infine, a Mosca.

In ogni nuovo Paese la stessa identica storia: problemi con il visto, la ricerca di una guida competente, gli alberghi Intourist, la difficoltà a muoversi liberamente alla ricerca di informazioni e le mazzette allungate per risolvere i problemi. Cambiano i regimi e il nome dei movimenti, ma la voce dei potenti è sempre forte e quasi mai rivelatrice. Per questo motivo Tiziano Terzani cerca in continuazione di svincolarsi dall’abbraccio troppo stretto di quei personaggi che lo vogliono per loro e che gli offrono infiniti banchetti di frutta fresca. Grazie all’esperienza e alle sue doti comunicative, il giornalista riesce quasi sempre ad allontanarsi dalla strada principale, per incontrare la gente comune e quelle persone che, ora, possono provare a dire la propria.

Se subito pare che queste Repubbliche, ai confini del mondo, vivano nella più totale indifferenza la caduta dell’URSS, sarà con il proseguo del viaggio che Terzani si accorgerà di quanto in realtà tutto stia cambiando. Sono gli incontri con gli esponenti dei movimenti democratici fino ad allora rimasti per lo più segreti e soprattutto quelli con una serie di importanti uomini religiosi a fargli capire quali saranno le conseguenze di ciò che sta succedendo.

Se fino a quel momento il Comunismo aveva svolto la funzione di collante tra etnie, religioni e pensieri diversi, ora la crisi identitaria di popoli assoggettati a un potere totalitario e alienante non potrà che scatenare nazionalismi e fanatismi religiosi.

Terzani, in quei giorni, scopre una verità ancora molto attuale: mai alcuna negazione dell’identità altrui potrà sopravvivere al corso del tempo e della Storia. Il suo viaggio porta alla luce sogni che si sbriciolano sotto il colpo pesante delle statue di Lenin che vengono abbattute sancendo la fine dell’URSS: l’utopia di un mondo egualitario si trasforma inesorabilmente in un mostro capace di fagocitare tutto ciò che di irripetibile c’era, lasciando in piedi solo grigi muri di cemento e interminabili strisce rosse di sangue.

Buonanotte, Signor Lenin: la caduta dell’URSS attraverso gli occhi di Tiziano Terzani

Terzani non scrive solamente un libro sulla caduta dell’URSS. Terzani coinvolge il lettore negli eventi di quei giorni. Lo porta con sé, gli mostra attraverso i suoi occhi le immagini delle statue di Lenin che crollano, delle folle che gioiscono per la fine di un regime e invocano che gli venga restituita la propria identità. Il giornalista porta il lettore con sé ad ogni incontro, gli riporta le parole dei vecchi e dei nuovi potenti, gli esprime le proprie perplessità, i propri dubbi e le proprie paure per il futuro.

Buonanotte, Signor Lenin è un viaggio nei vecchi musei sovietici, tra le grigie città create appositamente lontano da tutto e vicino a fabbriche insalubri. Buonanotte Signor Lenin è un viaggio tra antiche leggende e città millenarie, fino a Samarcanda culla di miti e fascinazioni. Quello del giornalista italiano è un viaggio tra storie, speranze e sogni che si confondono tra loro, ognuno con le proprie ragioni, ognuno con i propri ideali, ognuno con le proprie guerre da combattere, morti da nascondere e folle da convincere.

Si dice che la Storia si ripete e, probabilmente, non è solo un modo di dire. Per questo, alla fine, risuona profondo il suono di quelle semplici parole che Tiziano Terzani ha scelto come titolo per questo libro: Buonanotte, Signor Lenin. Non è un addio, non è un arrivederci, non è un augurio. È solo una parte di Storia che chiude gli occhi, per un po’.

Recensione di: Selene Scinicariello.

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