Copertina del libro
Copertina del libro "Ai confini del gusto. Viaggio straordinario fra i cibi più insoliti del pianeta" di Luis Devin

Quando sei in viaggio per il mondo, ti piace addentrarti nella cultura locale anche dal punto di vista gastronomico? Sei curioso di scoprire nuovi sapori? Sei attirato dagli strani cibi e dallo street-food venduto su carrettini ambulanti? Che nel paese o città dove ti ti trovi ci sia una pizzeria o un ristorante italiano non te ne potrebbe fregare di meno perchè tu vuoi mangiare come i locals, meglio ancora se nei ristoranti conosciuti e frequentati dagli abitanti del posto?

Se hai risposto di sì ad almeno una delle mie domande, continua pure a leggere. Ti parlerò di “Ai confini del gusto. Viaggio straordinario fra i cibi più insoliti del pianeta” di Luis Devin, un libro che, dopo averlo letto, ti farà sentire un principiante per aver assaggiato le cavallette fritte in Thailandia!

“Altro che alimentazione, i cibi sono macchine del tempo, dispositivi per il teletrasporto. Passaggi spazio-temporali-sensoriali verso dimensioni parallele di appagamento fisico e soddisfazione intellettuale. Sono masturbazioni cerebro-gastronomiche. Sono droghe”

L’autore

Vorrei iniziare col presentare l’autore, giusto per farti capire che quanto scritto ed approfondito nel libro non è opera di un viaggiatore comune o di un semplice appassionato, ma di un vero e proprio esperto del settore e che, per molte cose di cui parla, non le ha solo studiate sui libri ma le ha vissute in prima persona, toccandole con mano, o meglio, ‘con lingua’, è proprio il caso di dire.

Antropologo, Luis Devin ha conseguito un dottorato di ricerca presso l’Università di Torino e due diplomi al conservatorio. È stato in Africa centrale, compiendo le sue ricerche a fianco dei pigmei Baka e di altri cacciatori-raccoglitori del bacino del Congo; in Camerun i Baka lo hanno sottoposto al loro rito segreto di iniziazione maschile, cosa che lo ha portato a essere accolto in uno dei loro clan. Da questa esperienza è poi nato il libro “La foresta ti ha”, pubblicato da Castelvecchi e da LIT nel 2012. Ha poi pubblicato anche “Ai confini del gusto. Viaggio straordinario fra i cibi più insoliti del pianeta”.

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Un libro strutturato come il menù di un ristorante

Il libro è stato pensato e realizzato esattamente come il menù di un ristorante.

È diviso in sezioni dove, anziché trovare “Antipasti, primi, secondi , contorni etc…” , troviamo, nell’ordine:

  • Insetti e altri invertebrati terrestri
  • Pesci
  • Rettili e uccelli
  • Mammiferi
  • Frutta e dolci
  • Bevande

Il libro non deve necessariamente essere letto da capo a fondo ma, proprio come un menù, scorrendo l’indice, ci si può far ispirare e decidere di leggerlo saltando da un capitolo all’altro, in base all’ispirazione del momento.

È l’autore stesso che nell’introduzione esorta: “Spilucca il libro di qua e di là. Spizzica le pagine. Sbocconcella parole a caso”.

Ogni capitolo è infatti un racconto a sè stante, relativo a un particolare tipo di cibo che l’autore ha conosciuto ed assaggiato nel corso dei suoi viaggi.

Questa strutturazione è una trovata semplicemente geniale, non solo perchè comoda e divertente ma anche perché – te lo assicuro – non tutti i capitoli possono essere letti e digeriti da tutti gli stomaci! Quindi, se a un certo punto proprio non ce la fai più… Nessun problema, salta al capitolo successivo.

Storie, origini e tradizioni dei cibi

Ragni, serpenti, moscerini, ma anche formaggi, latte, sangue, placenta, dolci…

Sono solo alcuni dei cibi di cui parla Luis Devin. Il bello del suo libro, e ciò che ne fa un volume estremamente interessante anche, e soprattutto, dal punto di vista antropologico, è il fatto che l’autore non si limita a descrivere il prodotto in sè, ma ne racconta anche le origini, le leggende ad esso collegate e le motivazioni per cui un popolo ha iniziato a mangiare un cibo piuttosto che un altro.

Nella maggior parte dei casi si tratta infatti di necessità pratiche (vero e proprio sostentamento, necessità di conservazione di un cibo in determinati ambienti, particolari eventi storico-naturalistici) ad aver favorito il consumo di prodotti specifici poi, con il tempo, entrati nella normale routine gastronomica della cultura.

L’autore premette fin dalle prime pagine che “il cibo ha storie da raccontare… È un concentrato di storia, antropologia, geografia, simboli, credenze. è un aggregato di aspetti culturali che noialtri distratti buongustai il più delle volte ignoriamo”.

Tutto è relativo

Ma cos’è buono e gustoso e cosa invece ripugnante e stomachevole? Chi ha stabilito la carne di quali animali è lecito mangiare e quale no? Impossibile trovare una risposta univoca in senso oggettivo, perché non esiste. Proviamo a riflettere, anche nella nostra micro realtà, c’è chi preferisce la carne al pesce, chi ama il dolce piuttosto che il salato e chi ancora, per varie sue personali motivazioni, ha optato per un regime dietetico particolare. Nessuno, comunque sia, è nel giusto e nessuno sta sbagliando.

Proviamo ora a pensare in senso più lato.

Ci sono proibizioni religiose, credenze popolari, scelte etiche e, non da ultimo, i legami affettivi. Basti pensare che noi non porteremmo mai in tavola, con un bel contorno di patate al forno, il nostro fedele cane o il nostro tenero gattino! E se per noi è giusto così, perchè dobbiamo criticare o ritenere sbagliato il fatto che i musulmani non mangino carne di maiale o il fatto che gli indiani venerino le mucche?

Facciamo un altro piccolo esperimento. Guardiamoci con occhi altrui e proviamo a pensare a come sia rivoltante l’idea di mangiare la trippa (che altro non è che l’intestino delle vacche), piuttosto che il celebre street-food siculo il pani câ meusa (milza e polmone del vitello), per non parlare di quelle che sono considerate gourmanderie come il caviale (l’idea non mi sembra molto lontana dalle uova con pulcino di cui gli asiatici vanno ghiotti) e il foies gras (grasso allo stato puro).

Viaggiare si sa, apre la mente e contrasta ogni genere di pregiudizio. Ciò vale anche per le usanze e le tradizioni locali in tema cibo. 

Cibi insoliti ed estremi non esistono in senso assoluto. È la nostra inesperienza a farci apparire alcuni alimenti come inconsueti, il nostro etnocentrismo a farceli sembrare, in alcuni casi, raccapriccianti… ma è un’illusione.

Ricordiamo come un monito quanto Devin afferma: “Le abitudini danno sicurezza, ma alla lunga nuocciono alla salute. Quella mentale. La routine ci intorpidisce, ci lusinga con gratificazioni immediate quanto illusorie. Ma n realtà taglia le gambe a un piacere più raffinato e appagante: il piacere della scoperta. La monotonia uccide ogni possibilità di stupore e crescita”.

“Ai confini del gusto. Viaggio straordinario fra i cibi più insoliti del pianeta”: un libro per…

Se sei il tipo che anche all’estero corre alla ricerca di pasta e pizza, prova a leggere il libro di Luis Devin (è anche snello e si legge molto agevolmente). Con uno stile diretto e accattivante – a tratti addirittura tecnico-aulico – e con simpatiche illustrazioni stilizzate, l’autore darà una scossa alle tue papille gustative, facendoti scoprire in maniera alternativa altri popoli, attraverso i cibi di cui si nutrono.

Per gli incalliti viaggiatori più curiosi, che non si fermano davanti a nulla, le pagine di questo libro sono pura panacea, da leggere a perdifiato.

Ma oltre ai travel-addicted – di qualsiasi genere – sono certa che questo volume sia profondamente interessante anche per etnologi, filosofi ed antropologi, che di certo troveranno molti spunti di approfondimento.

Buona lettura e buon appetito a tutti!

Recensione di Federica Ermete

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