Copertina del libro
Copertina del libro "La strada da fare. In cammino nella regione che (non) c'è” di Maria Clara Restivo

La recensione di La strada da fare di Maria Clara Restivo è una camminata alla scoperta di una regione italiana che pare non esserci, ma che invece c’è eccome: il Molise. Lo conosciamo attraverso gli occhi di due donne amiche, camminatrici, sognatrici.

“Le ore in cammino sono giorni interi, a volte sono anni. Non esiste l’attesa, perché quello che accade mentre si procede occupa così tanto spazio da spingere i confini del prima e del dopo lontanissimi.”

La strada da fare di Maria Clara Restivo: a piedi in Molise

Sono Giulia e Maria Clara: due amiche che, da Torino, decidono di intraprendere un viaggio un po’ speciale. È un viaggio a piedi, di quelli fatti mettendo un passo avanti all’altro, con lo zaino sulle spalle e la bellezza a riempire gli occhi. Ed è un viaggio nel ritmo lento del Molise, lungo sentieri e tratturi ormai dimenticati; nel ritmo lento e sconosciuto del Molise, una “regione tascabile” di cui molti sottovalutano l’esistenza.
Anche Maria Clara e Giulia partono senza chissà quale esperienza: “Campobasso. E Isernia. Forse. Ecco ciò che sappiamo, il resto è tabula rasa, nessuna tradizione, nessun piatto tipico né un vino. Non un’idea sul paesaggio effettivo del luogo. Ci piace”. È solo lungo il cammino che la loro esperienza molisana si popola di linee concrete, volti e voci, paesaggi e storie, nomi dapprima sconosciuti e poi familiari.
In un mese di viaggio, nell’agosto del 2015, le due amiche percorrono oltre 320 chilometri a piedi, da Isernia a Campobasso, calpestando infiniti sentieri e le pietre antiche di innumerevoli borghi abbarbicati sulle colline. È come se fosse un viaggio d’altri tempi, percorso da due ragazze quasi trentenni che dimostrano una consapevolezza e una delicatezza rare. Leggendo La strada da fare di Maria Clara Restivo, ti sembra di camminare insieme a loro ogni volta che si perdono e poi ritrovano la strada; ogni volta che incontrano una persona nuova, ogni volta che i loro gesti diventano rituali e che i profili dei molisani, fieri e orgogliosi discendenti dei Sanniti, diventano sempre più tangibili.

Conoscere il Molise… e la sua gente

Come spesso accade quando si leggono diari di viaggio, anche in La strada da fare di Maria Clara Restivo ci si rende ben presto conto di come siano le persone a fare il viaggio. Arrivi alle ultime pagine del libro e ancora non ti sei abituato a quanta, e a quanto pura, ospitalità le due camminatrici abbiano ricevuto nel corso del cammino. I nomi compaiono uno dopo l’altro: uomini e donne che offrono un letto, una colazione, un interminabile pranzo domenicale con la famiglia, la guida alla scoperta di un borgo e dei suoi segreti; ma anche solo un po’ d’acqua, un po’ di frutta, un’indicazione, un gesto gentile. In La strada da fare emerge il carattere volitivo ma dolce dei molisani, gente che sa di abitare nella “regione che non c’è” ma non può comunque farne a meno. Gente che crede nella propria terra, che non vuole andarsene oppure che torna appena può. E a queste persone sono legate le strade, gli alberi, i paesaggi, le pietre dei borghi: è come se Molise e molisani fossero legati da un filo sottile e indistruttibile.
Dapprima timide, Maria Clara e Giulia si abbandonano a queste persone con totale fiducia; restano sempre un po’ sorprese e un po’ meravigliate di fronte alla gentilezza della gente, a cui non sanno dare un nome: “perché questa non è gentilezza, è l’ospitalità quando si toglie di dosso convenevoli e rituali di circostanza e si veste di fiducia incondizionata, questa è la follia nella sua declinazione di libertà totale: libertà dalla paura che l’altro sia lì per fregarti, derubarti, libertà dalla paura dell’altro stesso”.

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La strada da fare di Maria Clara Restivo… e di Giulia

“Pensiamo le stesse cose nello stesso momento. Camminare insieme accorda i bisogni, crea sintonia. Anche se ventiquattr’ore su ventiquattro sono tante, sono tutte, entrambe sappiamo che con un’altra persona non sarebbe stato possibile. Siamo fatte per viaggiare e – perché no – per viaggiare insieme”.
Una delle cose che più ho amato di questo libro è il fatto che a percorrere il cammino siano stati quattro piedi e due cuori che battono all’unisono. Dalle pagine traspare il forte senso di amicizia, fiducia ed entusiasmo di Maria Clara nei confronti di Giulia e viceversa; due amiche molto diverse in personalità e reazioni, ma uguali in curiosità e voglia di scoperta, uguali in meraviglia e gratitudine. La strada da fare è la dimostrazione di come, nonostante in molti camminatori preferiscano la dimensione di solitudine, la verità del viaggio – e della felicità – è che davvero acquisisce senso solo quando è condiviso. Possibilmente, con la persona giusta.

Recensione di Agnese Sabatini

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