Grand Canyon, Monument Valley, Bryce… I classici scenari da Far West li abbiamo a due passi da casa nostra, e raggiungerli è più semplice di quanto tu possa immaginare. I paesaggi infiniti e caratterizzati da tutte le variazioni di rosso, il simbolo dell’America, li puoi trovare alle Lame Rosse, nei pressi del lago di Fiastra, nelle Marche.
Le Lame Rosse ricordano i parchi degli Stati Uniti sud-occidentali .
Le Lame Rosse di Fiastra sono uno dei luoghi più conosciuti e affascinanti dei Monti Sibillini. Una parte di montagna caratterizzata da alti pinnacoli di arenaria rossa che torreggiano maestosi ed imponenti sopra i visitatori che, piccini piccini ai suoi piedi, li ammirano col naso all’insù.
Le forme e i materiali del Bryce, i colori della Monument Valley, le armoniose sfumature dell’Antelope e, in generale, la magica atmosfera del Grand Canyon. Dopo un trekking, a tratti impegnativo, trovarsi di fronte a questa meraviglia della Natura è la giusta ricompensa per la faticosa scarpinata.
Le Lame Rosse sono una bellezza per cui vale il detto “Vedere e non toccare, è una cosa da imparare”. Una volta raggiunta la base di queste formazioni rocciose rossastre, bisogna limitarsi ad ammirarle e a fotografarle a debita distanza. Si tratta infatti di formazioni molto delicate, ancora oggi soggette al processo erosivo. Avvicinarsi troppo – o addirittura toccarle – comporterebbe la caduta di nuovo materiale con conseguenti danni al sistema ambientale-geologico, senza scordare il potenziale pericolo per chi vi sta sotto.
Ti consiglio di visitare le Lame Rosse durante una giornata limpida. La sagoma rossastra delle Lame che si staglia sul cielo azzurro è qualcosa di davvero stupefacente.
Le Lame Rosse sono pinnacoli e torri di roccia che, grazie all’azione erosiva svoltasi nei millenni, hanno perso la loro parte superficiale mostrando così il substrato di ferro dal caratteristico colore rosso.
Ma non solo, il processo erosivo ha anche causato, negli anni, la perdita della parte calcarea della montagna che si è frantumata e depositata sul terreno andando a creare il lungo ghiaione che si deve percorrere per raggiungere le Lame Rosse.
Lame Rosse, come arrivare
Le Lame Rosse si trovano appena dietro il Lago di Fiastra (dove c’è la diga) in provincia di Macerata. Raggiunta e superata la diga, questa va attraversata a piedi e da lì bisogna poi prendere il sentiero n. 335 molto ben segnalato. Il sentiero, tutto sterrato, inizia in leggera discesa e poi continua in salita.
Dopo questa prima parte, un po’ faticosa soprattutto se si affronta in piena estate sotto il sole, il resto del percorso – quasi tutto pianeggiante – è all’ombra, in mezzo agli alberi, su un terreno sconnesso ma non difficile da percorrere. L’itinerario, complessivamente, è lungo circa 7 km con un dislivello di 200 metri.
Al termine del sentiero ombreggiato dagli alberi, ci si trova di fronte un ghiaione ripido di 700 metri, che è proprio alla base delle Lame Rosse. Questa è la parte un po’ più difficoltosa, ma mollare adesso, a un passo dal traguardo, proprio non si può!
La salita del ghiaione a questo punto è completamente al sole, ripida e si affonda tantissimo nei sassi.
Ognuno deve trovare la sua tecnica per salire. Testa bassa e zaino in spalla, io ho sono andata avanti a zig.zag. Certo, l’ho allungata la strada, ma perlomeno ho ridotto la pendenza. Ho visto altri salire saltellando con passi brevi oppure procedere di lato affondando nei sassi il fianco del piede, altri ancora salire “in retromarcia”. Sì, insomma, è la classica situazione in cui ognuno si arrabatta come può cercando la soluzione “meno peggio”!
Certa è che alla fine, raggiunta la meta, il colpo d’occhio che ti si para davanti agli occhi è qualcosa di veramente sensazionale: Una maestosa ed armoniosa composizione di forme e colori che nulla ha da invidiare ai tanto rinomati canyon americani!
Le Lame Rosse hanno il potere di incantare chiunque si trovi di fronte.
Chi le vedrà per la prima volta sarà sorpreso di trovare un così particolare paesaggio in Italia, e chi avrà già visitato i famosi parchi americani, non potrà far altro che rinverdire i suoi ricordi con malinconica nostalgia.
Lame Rosse, consigli
Sarà banale ma qualche consiglio non fa mai male. Per affrontare questa avventura ti voglio dare dei suggerimenti pratici basati proprio sulla mia esperienza diretta. Penso infatti che, a posteriori, un po’ tutte le cose si affronterebbero in maniera differente (sicuramente in meglio). In questo caso ho fatto un po’ da “cavia esploratrice” e quindi voglio darti qualche tips per goderti appieno l’esperienza.
- Scarpe da trekking o comunque con un buon grip. Scivolare è un attimo: l’ho visto a spese degli altri e l’ho rischiato io stessa in più punti!
- Primavera o inizio autunno sarebbero i periodi migliori. Io l’ho fatta in agosto e il caldo è davvero pesante (anche se non impossibile)
- Abbondante scorta di acqua, durante il tragitto non ci sono sorgenti d’acqua. In piena estate considera almeno un paio di litri di acqua a persona, meglio ancora un integratore salino tipo Gatorade
- Frutta e snack salati (tipo arachidi) soprattutto in estate e quando fa molto caldo per darsi una ricarica di sali minerali e tirare su la pressione
Curiosità. I consigli che ti ho appena elencato sono gli stessi avvertimenti che in America trovi su tutti i cartelli disseminati nei vari parchi nazionali. Che dire, la somiglianza tra Lame Rosse e Grand Canyon & C non è solo una mia opinione personale e non è neppure limitata al solo fattore paesaggistico.
Letture sulle Marche e dintorni
Ti piace camminare e hai voglia di immergerti in una natura rustica e coinvolgente? In “I 50 sentieri più belli delle Marche”, Stefano Ardito ti spiega come esplorare a piedi i luoghi di Leonardo e Raffaello: 50 escursioni con foto e descrizione storico-naturalistica per conoscere gli angoli più incantevoli della regione Marche, famosa come terra di cultura e armonia.
Se alla voglia di scoprire questo luogo vuoi unire il piacere della buona tavola, allora il libro-guida che fa per te è “Un altro viaggio nelle Marche. Due terranauti in autobus tra saperi e gusto”, scritto da Paolo Merlini e Maurizio Silvestri.
Articolo di Federica Ermete