Copertina del libro "Pedalando verso est. In biciletta da Venezia a Mosca ” di Luca De Giglio e Fausto Rovere
Copertina del libro "Pedalando verso est. In biciletta da Venezia a Mosca ” di Luca De Giglio e Fausto Rovere

Estate 1999. Da Venezia a Mosca in 20 giorni. 3.000 km in bicicletta attraverso l’Europa, tra luoghi e persone di un Est molto vicino a noi eppure ancora molto lontano. “Pedalando verso Est – in bicicletta da Venezia a Mosca” racconta questa impresa che ha per protagonista Fausto Rovere. Un viaggio che ha compiuto insieme a Luca e Denis, che lo hanno accompagnato in camper per tutta la durata di questa avventura.

 

“Non importa da dove si parte e dove si arriva. Ciò che è davvero importante è il viaggio, il movimento, quell’andare avanti per uscire dal tempo razionalmente ordinato ed entrare nella vita. Quella vera!”

“Pedalando verso Est – in bicicletta da Venezia a Mosca”, una sorta di diario di viaggio

“Pedalando verso Est” è un libro emozionante scritto in memoria del protagonista di questa grande impresa ciclistica. Fausto Rovere, volontario di Medici Senza Frontiere, è infatti prematuramente scomparso all’età di soli 35 anni.

Il viaggio ha inizio dall’Italia e, più precisamente, da Venezia. Supera quindi l’Austria, e poi attraversa l’Ungheria, l’Ucraina, i Carpazi e la campagna russa. Tocca città come Budapest, Kiev e Mosca. È poi presente anche una tappa a Černobyl’, luogo simbolo di una delle più grandi tragedie del secolo. Questo libro racconta luoghi e paesaggi, ma anche le storie e i volti delle persone incontrate.

Narra quindi le tappe ma anche le suggestioni delle cose viste, vissute e incontrate. Compreso il monito dell’umanità intera che la sosta e la visita a Černobyl’ gli hanno evocato.

Come anticipato, questo libro è una sorta di diario di viaggio. Ogni capitoletto indica infatti giorno, luogo e chilometraggio percorsi. Riguarda quindi tutto ciò che è avvenuto durante la tappa percorsa.

“Pedalando verso Est” non è un resoconto tecnico-ciclistico e neppure un reportage giornalistico. È “solo” la testimonianza di un sogno realizzato. Proprio per questo motivo, i curatori hanno cercato di non alterare gli aspetti di spontaneità e freschezza che caratterizzavano le giornate dei protagonisti, comprese quindi anche eventuali imperfezioni stilistiche. Questo libro è il frutto di un’emozione quotidiana riversata sulla pagina nella più assoluta spontaneità e semplicità.

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“Pedalando verso Est – in bicicletta da Venezia a Mosca”: il perché di questo viaggio

Fausto Rovere, ha vissuto una vita – seppur purtroppo molto breve – per gli altri, con la continua voglia di conoscere e condividere realtà diverse. Animato da un’insaziabile sete di vita, ha esplorato diverse parti del mondo e si è cimentato anche nei panni del ciclista.

Portando a compimento questa impresa, Fausto ha voluto dimostrare ai giovani che un’avventura apparentemente “senza senso”, può significare molto di più rispetto a molte azioni razionali compiute, sempre uguali e in maniera quasi automatica, quotidianamente. Talvolta, infatti, operiamo scelte e mettiamo in atto progetti solo per raggiungere obiettivi che, alla fine, risultano insignificanti. Questo perché, semplicemente non nascono da un’idea viva. Molto spesso, le mete che ci prefiggiamo, sono il riflesso di falsi bisogni che la vita ci instilla, il riflesso di modelli stereotipati e artificiali che ci rendono schiavi dell’inutile.

Alla base dell’impresa di Fausto, c’è invece un’idea legata ad un’emozione, le cui motivazioni non hanno nulla a che fare con la sfera razionale.

Tra l’altro, nonostante quel che si possa pensare, Fausto Rovere non è un ciclista. Non ha mai fatto gare. Ha soltanto la passione per la bici, e ritiene che sia un ottimo mezzo per poter andare ovunque con le proprie forze e capacità. Ma non solo. La bici ti consente di fermarti ovunque. La gente poi ne è attratta, i bambini in special modo. In un buon mix tra lentezza e velocità, la bici ha infine permesso a Fausto di compiere la sua impresa nel pieno rispetto della natura e dell’uomo. Diventa occasione di scambio culturale, come una simbolica stretta di mano tra popoli diversi, oltre qualsiasi tipo di pregiudizio.

“Pedalando verso Est – in bicicletta da Venezia a Mosca”, un racconto fatto di scoperte e riflessioni

L’Est è vicino, dato che ci si può arrivare in circa 3 settimane di bicicletta. Tuttavia, l’Est è anche molto lontano. D’altra parte, viene da una storia ormai remota anche se non particolarmente vecchia. Di certo, noi tutti siamo consapevoli di ciò. Ma Fausto e i suoi compagni di viaggio lo toccano con mano. Infatti, riflettono dicendo che, “Budapest, Kiev, Mosca, si sono attaccate al treno e sono cambiate, stanno cambiando e saranno sempre più simili alle nostre città europee. Ma il resto del paese, soprattutto in Ucraina e in Russia, non solo non è riuscito ad attaccarsi a quel treno, ma è stato lasciato ai bordi dei binari. E ora sono lì, in attesa che qualcuno si ricordi di loro, ma negli occhi hanno la disillusione e in questo viaggio abbiamo capito il perché”.

L’Ucraina è povertà, mafia, Černobyl’, grandi spazi e campi di grano. Kiev, invece, la sua capitale, è una realtà completamente diversa dal resto del paese. Bellissima, pulita e ben organizzata. “È come trovare Parigi nel bel mezzo della campagna. È come se non ci fosse nessuna relazione tra l’Ucraina e la sua capitale”. Paragonabile a un gioiello in mezzo al deserto, pare che tutti i soldi siano concentrati a Kiev. Infatti, appena usciti dalla città, ecco di nuovo animali e pastori, strade piene di buche, gente ai lati della strada che vende mele e patate.

Potrà forse essere riduttivo dirlo, ma viaggiare serve anche a questo: a rendersi conto delle cose ovvie, cose che vanno viste per essere capite.

Recensione di Federica Ermete

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