Dopo aver viaggiato per 8 mesi tra gli “stan”, le repubbliche ex – sovietiche dell’Asia Centrale, e aver scritto Sovietistan, Erika Fatland torna a parlare di Russia in un nuovo interessante libro: La Frontiera. Viaggio intorno alla Russia.
L’autrice norvegese è un’antropologa innamorata della cultura russa e incuriosita dagli effetti provocati dalla pesante eredità sovietica sugli Stati che un tempo facevano parte dell’Unione. I suoi studi l’anno condotta a interrogarsi più volte sul significato del crollo dell’URSS per la vita delle persone comuni che un tempo erano parte, volenti o nolenti, di un’unica, enorme e sconfinata Nazione.
Il viaggio raccontato in questo libro nasce da un sogno. Una notte Erika vede sé stessa camminare su di un enorme cartina geografica: si sposta da un Paese all’altro, ma a Nord e a Est rimane sempre, immobile, la grandissima Russia. Erika parte per quel viaggio con il desiderio di dare risposta a una domanda molto interessante: “[…] è possibile capire un paese e un popolo osservandoli dall’esterno […]?”
61 mila chilometri dopo, la risposta al suo quesito è sempre difficile da trovare.
Erika Fatland viaggia in 14 Stati per 259 giorni incontrando culture, lingue, tradizioni e storie diverse e con un’abilità innata riesce a raccontare la sua esperienza in un libro che non è un semplice diario di viaggio, ma quasi un vero e proprio volume enciclopedico sulle tracce di territori e narrazioni ai limiti del mondo conosciuto!
Il reportage di un viaggio intorno alla Russia
L’avventura dell’autrice inizia dalla Corea del Nord, separata dalla Russia dal fiume Tumen. Un confine breve, di circa 19 km, ma che ha influenzato profondamente la Storia del Paese. Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, infatti, Stalin utilizzò la sua influenza per insediare Kim Il-sung al potere. Da quel momento la Corea del Nord vive in quella che è considerata da molti una delle più atroci dittature del mondo. Oggi il Paese si può visitare solamente con l’agenzia turistica di Stato: un viaggio fatto di divieti e limitazioni.
Dalla Corea del Nord Erika Fatland si sposta in Cina, poi in Mongolia, terra di Gengis Khan e del “popolo delle renne”, i Tuva. Continua verso il Kazakistan, la Georgia, l’Armenia e la Repubblica secessionista del Nagorno-Karabakh, repubblica de facto, mai riconosciuta dagli Stati appartenenti all’ONU. Con il disfacimento dell’URSS il popolo del Nagorno Karabakh desiderava essere annesso all’Armenia e non all’Azerbaigian, ma la risposta di Mosca non arrivò mai. Fu così che il conflitto scoppiò. Al momento della dichiarazione d’indipendenza dell’Azerbaigian, il Nagorno Karabakh dichiarò la nascita di un nuovo stato indipendente e la guerra fu inevitabile. Oggi la tensione è ancora alta e gli accordi di cessate il fuoco del 1994 vengono ripetutamente infranti.
L’autrice continua a spostarsi di Paese in Paese seguendo la frontiera russa: l’Ucraina, la Bielorussia e poi le Repubbliche Baltiche, fino alla Finlandia.
Erika Fatland incontra popoli diversi, territori mai uguali, ascolta storie di persone che abitano a centinaia di chilometri di distanza, ma che hanno sempre un comune denominatore: la condivisione dei propri confini con l’enorme e sconfinata Russia.
Vicini, ma non troppo: cosa significa confinare con la Russia?
I racconti delle persone che l’autrice incontra durante il suo lungo viaggio parlano spesso di antiche cicatrici mai del tutto sanate, di sogni infranti davanti a muri che crollano, di speranze per un futuro migliore e di un rapporto mai del tutto chiaro con il presente.
Dall’Asia, al Caucaso e all’Europa, i vicini della Russia condividono la stessa travagliata storia e lo stesso contraddittorio rapporto con i proprio confinanti.
L’impresa che vorrebbe compiere Erika Fatland è quella di intravedere, attraverso quei racconti, l’immagine che la Russia ha assunto agli occhi e nella memoria dei popoli vicini. L’autrice desidera provare a risolvere l’”enigma russo” partendo da una visione estranea.
Gli imperi trasformano uomini e territori ed è questo che è successo con l’espansione della Russia zarista prima e dall’Unione Sovietica poi. I segni di quei cambiamenti sono difficili da nascondere, anche a distanza di anni e chilometri. C’è chi parla lingue diverse e chi abita in un luogo lontano, ma le radici culturali, quelle sono davvero complicate da estirpare.
Churchill si riferì alla Russia come “un rompicapo incastonato in un mistero”, un mistero che l’autrice di questo libro vorrebbe provare a svelare con il suo lungo viaggio.
Un viaggio intorno alla Russia per comprendere il Paese più sconfinato del mondo
Cosa significa essere il vicino della più grande Nazione del mondo? È questa la prima domanda a cui la scrittrice vorrebbe dare una risposta. È questo il quesito che pone a tutte le persone che incontra lungo il suo viaggio ogni volta che si ferma ad ascoltare le loro storie.
Erika Fatland, infatti, desidera ripercorrere la Storia di quell’enorme impero attraverso gli occhi di chi ne ha fatto parte o di chi ne ha sempre subito l’influenza. L’autrice è convinta che questo potrebbe essere il modo migliore per provare a svelare quel mistero che è la Russia, quel mistero che è un’enorme nazione il cui territorio si espanse fino ai limiti del mondo, giorno dopo giorno.
Il libro è suddiviso in quattro grandi capitoli: Mare, Asia, Caucaso ed Europa. Sono i luoghi che la scrittrice e studiosa norvegese ha attraversato durante il suo lungo viaggio intorno alla Russia spinta dalla curiosità.
È difficile dire se alla fine del libro la Fatland sia stata in grado di svelare quell’incredibile enigma che è la Russia, se sia davvero riuscita a capirla attraverso gli occhi dei vicini. Quel che è certo che quei vicini escono fuori in tutto il loro fascino attraverso le pagine di un libro capace di mescolare storie comuni a nozioni storiche complesse. Quei luoghi dai nomi difficili, spesso impossibili da collocare sulla cartina geografica, diventano reali e la storia della Russia si palesa agli occhi del lettore che vorrà certamente saperne ancora di più!
Recensione di: Selene Scinicariello.