Copertina del libro
Copertina del libro "Quattro passi a Shangri-La” di Nico Bosa

Quattro passi a Shangri-La , dell’ autore Nico Bosa , è un diario di viaggio che reca in sé tutto il fascino della storia di un luogo leggendario e ammantato di mistero, che ha saputo conquistare milioni di persone. Un libro che mixa insieme avventura, tradizioni, spiritualità e meraviglia, per condurre il lettore verso la scoperta di luoghi mozzafiato, incastonati tra le vette himalayane.
Una lettura consigliata a chi vuole scoprire itinerari fuori dal tempo e riti suggestivi, che animano i luoghi di un attraente misticismo.

“Suona strano che il comitato centrale del Partito Comunista Cinese abbia deliberato sulla collocazione di un luogo partorito dalla fantasia di un romanziere inglese negli anni trenta, ma così è; e non è stata neppure una decisione facile, perché non mancavano di certo altri pretendenti.”

MITO DI UN PARADISO SULLE PENDICI DELLHIMALAYA

Ciò che mi affascina di un libro come Quattro passi a Shangri-La , non è semplicemente il racconto degli eventi speciali e dei luoghi indimenticabili che ci si può trovare a vivere, andando alla scoperta delle regioni himalayane e dell’altipiano tibetano, come l’autore ha avuto il privilegio di fare.

La cosa, secondo me interessante, è tutto quello che sta dietro alla narrazione di questo luogo mitico e di tutti i riti, gli usi, i costumi e le religioni ad esso connessi.
Perché è bello seguire l’attrazione che abbiamo verso un luogo che ci richiama, ma è ancora più coinvolgente capire perché quel luogo attrae così tante persone. E basta leggere un diario di viaggio, come quello di Nico Bosa , per capire quanto potente può essere una storia.
D’altronde raccontare storie e nutrirsi di storie è un bisogno innato della specie umana e Shangri-La testimonia concretamente questo bisogno e lo incarna nella sua natura geografica, che altro non è che il frutto di uno storytelling promozionale, studiato sapientemente a tavolino, proprio per permettere alla gente di vivere l’affascinante storia di quell’Eden in terra del quale avevano sentito parlare o avevano letto, ovvero Shangri-La.

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UNA CITTÀ LEGGENDARIA ALLE PORTE DEL TIBET

Le pagine in cui Bosa racconta la genesi di Shangri-La sono davvero interessanti e al contempo divertenti. Perché forse non lo sai, ma Shangri-La è un luogo di pura fantasia, che fino a qualche anno fa esisteva solo nelle storie di chi ne aveva scritto.
Certe volte, però, sono proprio le storie a fare i luoghi.
Grazie all’autore, infatti, scopriamo che Shangri-La è un luogo inventato dallo scrittore James Hilton, nel libro Orizzonte perduto, del 1933, cui fece seguito un’amatissima trasposizione cinematografica di Frank Capra.

Libro e film che, unitamente alle cronache di viaggio degli esploratori che dal XVIII secolo in poi hanno raccontato il Tibet, hanno dato vita a quel fascino per un luogo utopico descritto come una valle mitica, nascosta tra le vette dell’Himalaya, dove una comunità di monaci viveva in modo idilliaco in un monastero che sembrava quasi incantato.
Un luogo così ardentemente sognato e desiderato, che pochi anni fa il governo si rese conto di avere tra le mani una grande occasione per attrarre visitatori da ogni parte della Cina e sviluppare attività turistiche dalle quali trarre profitto. Ecco così che la località di Zhongdian, nella provincia dello Yunnan, venne rinominata come Shangri-La.

ALLA SCOPERTA DEL TETTO DEL MONDO

La scrittura di Nico Bosa è una scrittura fortemente visiva, che ti darà la possibilità di calarti totalmente nei luoghi descritti nel libro, fino a poterne percepire quasi fisicamente profumi, atmosfere, suoni e sensazioni.
Come quelli che l’autore sperimenta tra i pascoli degli altipiani, dentro a luoghi unici come l’unica chiesa cattolica in Tibet o nei diversi monasteri, dove ti sembrerà davvero di poter fare capolino, in silenzio e con solennità, per scoprire i preparativi che precedono ogni cerimonia, per lasciarti inebriare dai profumi che si sollevano dai pentoloni che ribollono, per essere testimone speciale dei rituali che si ripetono da secoli e delle architetture che incorniciano momenti fortemente suggestivi, soprattutto per un occidentale.

Non mancano anche i riferimenti alle diverse etnie locali, con le loro tradizioni ancestrali e i loro coloratissimi costumi: popoli che sono l’essenza di un luogo che vive anche grazie alle celebrazioni che le persone ripetono da secoli, rispondendo ai dettami di una spiritualità dove misticismo e contemplazione sono attitudini dalle quali noi occidentali siamo da sempre profondamente affascinati.
Shangri-La, infatti, nasce da un sogno: poter vivere in terra quel Paradiso che ci viene raccontato da sempre in ogni religione.

Da Kunming a Lhasa, le pagine di Quattro passi a Shangri-La raccontano un percorso che si sovrappone a quella che fu l’antica Via del tè, facendo eco al percorso di antiche carovane, cariche di meraviglie.
Il libro , poi, si fa ancora più interessante per la presenza di quelle pagine dove il diario di viaggio lascia spazio a un’appassionante ricostruzione storica e geografica che permette di entrare, non solo negli scritti di Hilton, ma che racconta anche l’incredibile percorso del famoso reporter Joseph Rock, che sarà una delle firme più importanti del National Geographic di quel periodo.

Recensione di Gabriella Ferracane

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