Copertina del libro
Copertina del libro "Il fiume a bordo. Viaggio sentimentale lungo il Tagliamento e l'Isonzo” di di Angelo Floramo, Mauro Daltin e Alessandro Venier

Tre uomini, un furgoncino Volkswagen di nome Molly e due corsi d’acqua, il Tagliamento e l’Isonzo: sono loro i protagonisti di un divertente, tanto quanto poetico volume di sei capitoli edito da Bottega Errante. Il Fiume a bordo è il racconto di un particolare viaggio che si muove con lentezza tra Italia e Slovenia.

“Fare del viaggio una deviazione perenne, della sosta l’unico senso del nostro andare, della digressione il cuore di ogni racconto.”

Il Fiume a bordo: su di un furgoncino Volkswagen inseguendo i corsi d’acqua

Angelo, Mauro e Alessandro partono a bordo di un furgoncino Volkswagen del 1980 di nome Molly.

Il veicolo ha alle spalle 789.000 km di strade percorse e, come tutti gli anziani che si rispettano, ha bisogno che gli altri si adeguino ai suoi tempi: ogni 50 minuti ha necessità di un quarto d’ora di pausa.

È questa la premessa di un viaggio unico e particolare che conduce fino al cuore del Friuli Venezia Giulia e al confine con la Slovenia lungo il corso di due importanti fiumi, il Tagliamento e l’Isonzo.

I tre autori partono alla ricerca di luoghi e storie dimenticate, vanno incontro alle loro origini lungo quei confini che l’uomo, spinto da spirito di avventura e curiosità, ha da sempre la necessità di attraversare in continuazione. I tre autori salgono a bordo di un furgoncino saturo dell’aria calda dell’estate e, condividendo uno spazio limitato, si mettono in marcia seguendo i continui cambiamenti di direzione dei corsi d’acqua.

E come l’acqua anche i capitoli del libro scorrono ora veloci, ora con più lentezza, tra poesia, stupore e commozione.

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Fiumi e ponti tra l’Italia e la Slovenia

Il viaggio di Angelo, Mauro e Alessandro inizia dalla sorgente del fiume Tagliamento.

La loro è una partenza piena densa di significato: l’avventura comincia dove un rigagnolo d’acqua scaturisce dalla roccia, dove il fiume non è ancora fiume, dove la terra regala il miracolo della Vita. Un luogo pieno di magia, che forse un po’ delude le aspettative di alcuni: da un luogo sacro come una sorgente ci si aspetta sempre qualcosa di maestoso.

È proprio presso la sorgente del Tagliamento che incontrano Molly, il mezzo di trasporto che li accompagnerà nei giorni a venire, il furgoncino Volkswagen che con la sua lentezza si contrapporrà costantemente al veloce scorrere dei fiumi.

Il Tagliamento e poi l’Isonzo, che in Slovenia cambia nome e genere diventando la Soča, sono il percorso da seguire. L’obiettivo è ritrovare storie, leggende e luoghi dimenticati lungo il confine.

Il fiume a bordo è un concentrato di ricordi, incontri e racconti condivisi tra Italia e Slovenia. La Storia ha attraversato questi territori e a loro ha lasciato un destino condiviso. Lo testimoniano i ponti, i dialetti e uno spirito un po’ balcanico.

Le arcate del ponte di Braulins per un attimo portano alla mente quelle del famoso ponte sulla Drina di Visegrad, il ponte di Napoleone a Kobarid (Caporetto) ricorda quello di Mostar sulla Neretva, la rakija rallegra lo spirito dei tre amici e i nomi doppi dei luoghi ricordano l’anima duplice di questi luoghi.

Andare, sostare e incontrare

Da amante dei Balcani non nego che gran parte del fascino di questo libro, per me, sia racchiuso nella sua capacità di guardare a Est. Il fiume a bordo trasporta al di là della classica frontiera tracciata su di una mappa geografica e racconta di usanze, luoghi e genti che si mescolano, mutano e vivono dentro al confine, trasformandolo in qualcosa di evanescente, quasi irreale.

Il fiume a bordo mi ha ricordato in qualche modo Vento di Terra di Paolo Rumiz, in cui la protagonista è l’Istria con i suoi profumi e la sua capacità di fare della diversità un vero e proprio sinonimo di appartenenza.

Il bello di questo volume, però, sta anche nell’elogio al viaggio lento, a un viaggio che non è fatto solo di “andare”, ma anche di “sostare”.

È nelle soste che Angelo, Mauro e Alessandro fanno gli incontri più belli. È davanti a un piatto di formaggi e a un bicchiere di vino che nascono le riflessioni più interessanti.

Le persone con cui i tre uomini si fermano a parlare spuntano dal nulla, si trovano lungo la strada, arrivano e vanno lasciando sempre qualcosa. Così fa Milko, il pastore delle api, o l’anziano incontrato in osteria che racconta aneddoti e storie sul Tagliamento, o l’uomo che sbuca dal bosco per aiutarli a spostare un albero caduto sulla strada, o Darko, il serbo che regala ai tre una bottiglia di rakija affinché ne versino una goccia nel punto in cui il fiume si trasforma in mare.

Il fiume a bordo è un bellissimo libro capace di ricordare il valore delle soste durante qualsiasi viaggio.

Recensione di Selene Scinicariello.

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